You Are My Sunshine è stata la prima canzone che Carmelo Camilleri ha suonato con il suo mandolino in un rifugio di guerra a Gżira. Essa è anche la stessa canzone che l’ottuagenario spera di sollevare gli spiriti delle persone in quarantena. Carmelo compie 90 anni a luglio e, nel corso degli anni, il mandolino – che l’ha fatto da zero – gli ha fatto compagnia in tempi difficili. Era il suo compagno durante la Seconda Guerra Mondiale ed è stata una fonte di conforto nelle ultime tre settimane di isolamento. Le autorità hanno esortato le persone, in particolare gli anziani, a rimanere a casa per aiutare a fermare la diffusione del Coronavirus. Carmelo, che, nonostante la sua età, fino al mese scorso intratteneva ancora gli ospiti dell’hotel ogni settimana, ha invitato gli altri anziani a rispettare il consiglio delle autorità. Ha avvertito: “Altrimenti non saremmo in grado di superare la pandemia e dovremo trascorrere molte più settimane chiusi”. Qualche giorno fa, Carmelo ha condiviso un video su Facebook di se stesso mentre suonava una melodia sul mandolino, esortando le persone a stare al sicuro e a prenderla un giorno alla volta. Il filmato è stato condiviso sui social media e ha ricevuto richieste per suonare un’altra melodia. Il padre di quattro figli ha detto che ora sta preparando un medley per la melodia di You Are My Sunshine e Que Sera Sera per i suoi seguaci di Facebook. Carmelo ricorda di aver osservato suo padre Ġużeppi suonare il violino. Tra gli altri, suo padre si esibì al Royal Opera House della capitale, che, sfortunatamente, fu bombardato durante la guerra.
Il ragazzino ha, quindi, costruito il proprio mandolino con gli avanzi di legno che suo padre, un falegname di professione, ha scartato. Prese la melodia di You Are My Sunshine da marinai e soldati britannici e la riprodusse sul suo nuovo strumento, ha aggiunto Carmelo. “È stato un modo per divertirmi durante quelle lunghe ore nei rifugi. I giorni della guerra erano lunghi, la scuola non c’era e ovunque veniva bombardato. Non c’era molto che un ragazzo potesse fare”. In un certo senso, questi giorni di auto-quarantena del Coronavirus, spesso, ricordano i giorni della guerra. Tuttavia, Carmelo ci ricorda che la gente aveva molto peggio di allora. “Abbiamo visto atrocità che non si possono neanche immaginare. Ricordo, chiaramente, il corpo di una donna sparpagliata per terra, con i suoi interni fuori. Un’altra volta, una potente esplosione vicino alla chiesa di Gżira aveva colpito un uomo in alto contro un muro dove aveva lasciato un’impronta insanguinata all’impatto. Abbiamo superato i momenti peggiori e ce la faremo anche in questi momenti difficili”. La bellissima testimonianza del sig. Carmelo mi ricorda un aforismo anonimo che dice: “La musica è Dio che sorride all’uomo. Che bello e confortante quando si pensa alla musica in questi termini, specialmente da un ottuagenario così pieno di vita e speranza!
di Fra Mario Attard