Don Alliston Fernandes e don Francis D’Sousa – due sacerdoti dei Mission Priests dell’ICPE – sono stati incardinati nell’Arcidiocesi di Malta durante una cerimonia presieduta dall’arcivescovo, mons. Charles Jude Scicluna. Nel 2015, l’arcivescovo Scicluna ha dato il permesso di creare una casa per la formazione dei futuri sacerdoti della missione ICPE all’interno del Seminario arcidiocesano di Malta. Attualmente, sono coinvolti nel lavoro di formazione dei futuri sacerdoti per la missione mentre prestano servizio anche all’interno dell’arcidiocesi di Malta. Data questa realtà, è stato ritenuto appropriato per loro essere incardinati nell’Arcidiocesi locale mentre prestavano servizio come sacerdoti della Missione dell’ICPE. I Mission Priests dell’ICPE sono un’espressione della Glory of God International Covenant Community (GOGICC). Insieme ai nostri fratelli e sorelle laici, il dono dell’ordinazione sacerdotale è usato per servire la chiesa, in generale. Era stato il desiderio di Mario e Anna – i fondatori – di avere anche sacerdoti missionari al servizio della chiesa coi laici all’interno della missione ICPE. Ciò è stato possibile con la generosità di sua eminenza il cardinale Peter Turkson, allora arcivescovo di Cape Coast, in Ghana, che ha contribuito all’incardinazione dei sacerdoti nella sua arcidiocesi e li ha liberati incondizionatamente per il lavoro della Missione ICPE. Tra loro, don Alliston e don Francis, entrambi indiani, hanno prestato servizio in vari contesti culturali e internazionali in non meno di quindici Paesi diversi.
La cerimonia – durante la quale sono stati incardinati nell’Arcidiocesi di Malta – si è tenuta venerdì 17 luglio 2020. Tutto questo fa perfettamente senso perché il numero 10 del decreto del Concilio Vaticano II, sul ministero e la vita dei presbiteri, Presbyterorum Ordinis, dice chiaramente: “Il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell’ordinazione non li prepara a una missione limitata e ristretta, bensì a una vastissima e universale missione di salvezza, ‘fino agli ultimi confini della terra’ (At 1,8), dato che qualunque ministero sacerdotale partecipa della stessa ampiezza universale della missione affidata da Cristo agli apostoli. Infatti, il sacerdozio di Cristo, di cui i presbiteri sono resi realmente partecipi, si dirige necessariamente a tutti i popoli e a tutti i tempi, né può subire limite alcuno di stirpe, nazione o età, come già veniva prefigurato in modo arcano con Melchisedec” (82). Ricordino, quindi, i presbiteri che a essi incombe la sollecitudine di tutte le Chiese. Pertanto, i presbiteri di quelle diocesi, che hanno maggior abbondanza di vocazioni si mostrino disposti a esercitare volentieri il proprio ministero, previo il consenso o l’invito del proprio ordinario, in quelle Regioni, missioni o attività che soffrano di scarsezza di clero. Inoltre, le norme sull’incardinazione e l’escardinazione vanno riviste in modo che questo antichissimo istituto, pur rimanendo in vigore, sia però più rispondente ai bisogni pastorali di oggi.
di Fra Mario Attard