Malta – La chiesa parrocchiale di Floriana svela il suo nuovo ciclo pittorico

Domenica 24 agosto 2020, sono state svelate importanti opere di alta arte e di intensa devozione nella chiesa parrocchiale di San Publio, a Floriana. Gli abitanti di questa storica Città hanno sempre coltivato, con singolare passione, il loro senso di appartenenza, il loro orgoglio civico, sia nella rivalità calcistica che nella loro grande passione per aumentare gli splendori del loro principale luogo di culto. Hanno costruito, ricostruito, ampliato e abbellito la loro chiesa nel corso dei secoli. La decorazione pittorica dei registri superiori del tempio è seguita dopo il completamento della muratura in pietra. La chiesa ha affidato la navata principale al genio e alla fede di Emvin Cremona che – come previsto – ha inventato una serie inarrestabile di capolavori di arte guidata dalla sua forte fede. Cremona morì nel 1987, prima che potesse completare la pittura delle immense superfici dell’intero tempio. Poi, venne il momento dell’ornamento delle due grandi cappelle laterali. Chi raccoglierebbe la sfida per portare a compimento questo progetto pittorico decisamente ambizioso?

Fortunatamente, la scelta è caduta su John Grima, il pittore, scultore e disegnatore Gozitano. Egli è giovane, ma eminentemente maturo. Grima è a suo agio con il figurativo, ugualmente, come lo è con l’arte astratta. E, nella sua profondità con il realismo, egli è tanto sicuro quanto lo è con il simbolismo. La sua creatività comunica con il quantificabile tanto fluentemente quanto con il mistico. Ogni artista che deve intraprendere un progetto in cui un altro artista si era interrotto, affronta dilemmi agonizzanti: essenzialmente, come essere fedele a se stesso senza destabilizzare i grandi schemi tracciati dal suo precursore. Esattamente, come parlare con la propria voce distintiva senza disadattare le armonie già esistenti. È possibile realizzare questa problematica simbiosi tra un artista così imponente, spietatamente distintivo come Cremona e Grima, altrettanto energico, ma con sensibilità diversa e con una propria visione del mondo artistico molto individuale?

Quando uno vede il lavoro finito di Grima nell’abside della cappella di Nostra Signora del Rosario, sul lato sinistro della chiesa, la risposta è un ‘sì’ decisivo. Grima non ha rinunciato a nessuna frazione della sua personalità, ma è riuscito, ugualmente, a sposare la sua arte con quella di Cremona. Il risultato non lascia dubbi su cosa sia di chi, ma i due coesistono, se non addirittura fortificati, a vicenda. La nuova serie è composta da 12 dipinti ad olio su tela, incollati alla muratura sostenendoli da dietro. Grima ha lavorato nel suo studio di Gozo e sul posto da quasi tre anni. Le immagini riuniscono diversi temi, uno dei quali è costituito da quattro ritratti a figura intera di importanti ecclesiastici legati alla devozione a San Publio a Floriana, dal vescovo ausiliare Angelo Portelli, domenicano, a un parroco di Floriana, don Salvatore Gaffiero, che divenne anche vescovo ausiliare, agli arcivescovi Giuseppe Mercieca – recentemente, scomparso – e Pawlu Cremona, anch’egli domenicano.

Il soffitto comprende quattro pennacchi, rappresentazioni femminili di virtù principali: Fede, Speranza, Amore e Castità, tutte di eleganza e bellezza stellari. Le loro qualità scultoree tradiscono il talentuoso scultore Grima, autore di straordinarie opere tridimensionali come le porte di bronzo della basilica di San Giorgio a Victoria, Gozo, il monumento Laparelli-Cassar e gli inquietanti Quattro Cavalieri, entrambi accanto alla casa del parlamento di Renzo Piano a La Valletta. Le virtù di San Publio catturano lo statuario e l’etere nello stesso anello. Si collocano tra i momenti più salienti di questo ciclo. Il tour de force sarebbe il segmento più grande, l’abside scavata della cappella che rappresenta il naufragio di San Paolo a Malta alla presenza di Publio, governatore dell’Isola.

Questo soggetto, con varianti, è stato rappresentato innumerevoli volte da artisti barocchi, classici, nazareni, veristi ed eclettici. Grima ha scelto un approccio diverso e più interiorizzato per rappresentare un momento determinante della narrativa del naufragio: quando l’equipaggio in disordine e i passeggeri della nave che affonda furono accolti a terra dagli abitanti e una vipera ringhiò dal falò per mordere Paulo. Il santo, raffigurato come giovane e atletico, non sembra preoccupato neanche minimamente che il veleno possa ucciderlo. Mentre la paura e la costernazione sopraffanno chi gli sta intorno, san Paolo ha la forza e la serenità che la fede, inevitabilmente, vince sul male. La tavolozza – unificata attraverso i colori autunnali suggeriti dalle conseguenze di una tempesta assassina – conferisce alla composizione alcune tenui sfumature caravaggiste.

Un’altra composizione del soffitto autosufficiente si riferisce al secondo episodio saliente del nativo maltese paolino: la guarigione miracolosa del padre di Publio, prostrato con febbre e dissenteria. Paolo lo riportò in salute pregando per lui. Ancora una volta, una ricorrenza del tema unificante che la fede vince il male. Uno dei punti di forza che contraddistingue l’arte di Grima è la sua maestria nel comporre astrazioni di colore, forme, movimento ed emozione. In un’opera ecclesiastica, all’interno di un ambiente preesistente già schiavo dell’arte figurativa, uno può immaginare che Grima deve aver sofferto di queste catene figurative. Eppure, guarda con attenzione: si è intrufolato in sgradevoli odori ed echi di astrazione. Forse, maliziosamente, non poteva resistere, prepotente per la sua audacia discreta. Nel suo discorso ai membri del movimento ‘Diaconie De La Beauté’, nel Sala del Concistoro, sabato 24 febbraio 2018, papa Francesco dice: “Voi siete chiamati, mediante i vostri talenti e attingendo alle fonti della spiritualità cristiana, a proporre un modo alternativo di intendere la qualità della vita e incoraggiare uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente, senza essere ossessionato dal consumo, e a servire la creazione e la tutela di ‘oasi di bellezza’ nelle nostre Città troppo spesso cementificate e senz’anima. Voi siete chiamati a far conoscere la gratuità della bellezza. Possa questo nuovo ciclo pittorico rivela le fonti della spiritualità cristiana, la profezia e la contemplazione, la gioia, la bellezza della creazione e, soprattutto, la gratuità della bellezza stessa!”.

di Fra Mario Attard