In questi giorni, nel Centro Oncologico Sir Anthony Mamo, stiamo celebrando la visita della reliquia di san Giovanni Paulo II. Come tanti sanno, quest’anno si sta celebrando il primo centenario dalla sua nascita. In ogni messa, che è celebrata sia nella cappella e anche in ogni reparto del complesso dell’oncologico, c’è la santa benedizione con la reliquia di questo grande pontefice polacco. A Malta, esiste una grandissima devozione a papa Wojtyla e proprio quest’anno si festeggia il trentesimo anniversario da quando san Giovanni Paolo II ha messo piede a Malta. La storica visita pastorale, avvenuta tra il 25 e il 27 maggio 1990, ha segnato la prima visita di un papa all’Isola di Paolo. Uniti dietro il tema ‘Qalb Waħda mal-Papa’ (Un cuore solo con il Papa), il popolo maltese ha riservato a Giovanni Paolo II un’accoglienza sbalorditiva e le persone a lui vicine non hanno nascosto quanto siano rimaste colpite dal tipo di accoglienza sentita che le persone delle Isole maltesi hanno riservato al santo padre, che aveva presieduto ben 13 eventi. “Siete stati meravigliosi”, disse un membro dell’entourage del papa al termine della visita. Un altro descrisse l’ingresso del papa nel Porto Grande come “un’esperienza magnifica e meravigliosa”, qualcosa che non aveva mai visto niente di simile in tutti i precedenti 47 viaggi del papa fuori dall’Italia. Anche i giornalisti stranieri rimasero molto colpiti. Il rappresentante del Mattino, per quell’evento, scrisse che il papa era stato accolto da un’intera Isola in festa e da una folla che lo osannava lungo tutte le strade.
Lo stesso Giovanni Paolo II – visibilmente commosso – esclamava, ripetutamente: “Gente buona, gente buona”. Il papa aveva detto che il contatto diretto avuto con il popolo maltese gli stava dando la possibilità di prendere coscienza dell’orgoglio e della nobiltà di questo popolo, aggiungendo che avrebbe conservato nel suo cuore il ricordo della calorosa accoglienza che gli stavano riservato. Giovanni Paolo II tornò a trovarci nel 2001, quando beatificò Dun Ġorġ Preca (poi, canonizzato), Nazju Falzon e suor Maria Adeodata Pisani OSB, mentre nel 2010 abbiamo avuto anche papa Benedetto XVI a Malta. Ora, stiamo aspettando con molta gioia di ricevere anche papa Francesco. Nel silenzio del reparto oncologico, ci sono ancora le file per i corridoi per accogliere il santo papa Giovanni Paolo II. È stata la stessa gente buona e generosa che ha aperto il proprio cuore, pieno di dolori, angosce e tristezze, ma anche capace, con la grazia divina, di sperare e di andare avanti… nonostante tutto. Pazienti e personale, insieme ai loro familiari, hanno creato un posto nel loro cuore per il papa viaggiatore, missionario, evangelizzatore e grandissimo amico e custode della famiglia, la giustizia e la pace come Dio l’ha voluta.
La presenza nel nostro ospedale mi ha fatto ricordare le ultime parole che questo papa santo pronunciò prima di partire alla volta di Roma, sede di Pietro, per continuare a svolgere i suoi doveri di pastore della Chiesa Universale: “Nei luoghi legati al bimillenario della nascita del Salvatore ho sperato e pregato per un grande rinnovamento di fede fra i cristiani. Ho voluto incoraggiare i credenti e tutte le persone di buona volontà a difendere la vita, a promuovere il rispetto per la dignità di ogni essere umano, a tutelare la famiglia contro le numerose minacce di oggi, ad aprire il loro cuore alle persone povere e sfruttate nel mondo e ad operare per un ordine internazionale basato sul rispetto per il diritto e sulla solidarietà verso i meno fortunati. Questi è anche un compito che lascio a voi, amati abitanti di Malta. Negli Atti degli Apostoli, san Luca scrive che i Maltesi ci colmarono di onori e al momento della partenza ci rifornirono di tutto il necessario (At 28, 10). Spiritualmente, ho vissuto la stessa esperienza e parto rendendo lode a Dio nel mio cuore per tutti voi”. E noi, carissimo papa Giovanni Paolo II, rendiamo lode a Dio nei nostri cuori per la tua visita che ci sta dando tantissima gioia, speranza, coraggio e un grande fiume dell’amore di Dio! Questa sì che è la vera guarigione di cui tutti noi abbiamo bisogno!
di Fra Mario Attard