L’ex vescovo di Gozo, mons. Mario Grech, è stato, ufficialmente, nominato cardinale in una cerimonia vaticana sabato 28 novembre 2020, diventando solo la terza persona maltese nella storia ad assumere questo servizio per il bene della Chiesa Universale. Cardinale Grech, 63 anni, è segretario generale del Sinodo dei vescovi, avendo assunto una carica presso la Santa Sede lo scorso anno dopo quasi 15 anni di servizio come vescovo di Gozo. Egli ha guidato altri 12 uomini che sono stati nominati cardinali insieme a lui durante il Concistoro di sabato, presieduto da papa Francesco. Cardinale Grech è stato assegnato alla Basilica titolare dei Santi Cosma e Damiano a Roma. Nel suo intervento, Grech ha parlato della necessità per la Chiesa di aprire nuove strade e di riaffermare il suo impegno come Chiesa che ascolta. Sua eminenza ha anche parlato del suo desiderio di utilizzare la sua posizione sul Sinodo dei Vescovi per aprire ulteriori linee di comunicazione tra i vescovi di tutto il mondo e i vari livelli dell’organizzazione della Chiesa.
Grech diventa il primo cardinale maltese, in quasi 200 anni, a essere idoneo a votare in conclave. L’ultimo cardinale di Malta, Prospero Grech, è stato nominato cardinale nel 2012, ma all’epoca aveva più di 80 anni e, quindi, non era idoneo al voto per eleggere il nuovo pontefice. Il presidente George Vella ha descritto l’evento di sabato come un evento epocale nella storia ecclesiastica di Malta e ha esortato i fedeli a pregare per il cardinale designato Grech. Il capo dell’opposizione Bernard Grech ha detto che Grech avrebbe reso onore a Malta e alla sua gente e gli ha augurato tutto il meglio per il suo lavoro. Anche l’arcivescovo Charles Scicluna ha offerto al nuovo cardinale le sue congratulazioni e le sue preghiere. Il cardinale ha detto di essere rimasto sorpreso dalla decisione del papa di nominarlo cardinale e, sabato mattina, ha ribadito quel sentimento. La scossa di energia scatenata dalla notizia della sua nomina era un segno che la Chiesa continuava ad avere un impatto, ha scritto su Facebook. Nonostante i suoi difetti ed errori, la Chiesa ha ancora radici nel cuore del nostro popolo, ha scritto. I segni mostrano che la Chiesa appartiene a noi. Vi esorto ad ascoltare i miei fratelli, i vostri vescovi, ha detto ai fedeli. L’unione con i nostri vescovi è una garanzia per non finire fuori strada quando siamo chiamati a capire cosa vuole lo Spirito Santo dalla sua Chiesa a Malta e Gozo, ha detto.
Occorre ricordare le bellissime e anche parole di richiamo di papa Francesco rivolti con grande amore verso tutti i porporati nella sua omelia nel concistoro ordinario pubblico per la creazione di 13 nuovi cardinali del sabato 28 novembre 2020 nella Basilica Vaticana: “Cari Fratelli, tutti noi vogliamo bene a Gesù, tutti vogliamo seguirlo, ma dobbiamo essere sempre vigilanti per rimanere sulla sua strada. Perché con i piedi, con il corpo possiamo essere con Lui, ma il nostro cuore può essere lontano, e portarci fuori strada. Pensiamo a tanti generi di corruzione nella vita sacerdotale. Così, ad esempio, il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione. E tu non sarai più il pastore vicino al popolo, sentirai di essere soltanto ‘l’eminenza’. Quando tu sentirai questo, sarai fuori strada”. Allora, preghiamo per tutti i porporati e non porporati che Gesù ci converte da fuori strada lo lasciamo a metterci di nuovo sulla strada di Dio!
di Fra Mario Attard