Si può dare di più!

Era mercoledì 2 dicembre 2020, la quarta giornata di avvento. Ricordo benissimo che ho celebrato la messa delle sette del mattino alla chiesa della nostra parrocchia cappuccina dedicata alla Santissima Trinità di Marsa. Quella messa delle sette del mattino mi aiuta ad entrare profondamente nel magico momento del silenzio mattutino. È stato proprio questo silenzio particolare che ha creato in me l’atmosfera giusta per ascoltare attentamente non solamente con le orecchie della carne e ossa, ma con quelle invisibili, quelle dello spirito, il forte messaggio che mi ha trafitto il cuore. Il vangelo di quella giornata parlava, appunto, di Gesù che guariva molti malati e moltiplicava i pani. Questo passo si trova nel vangelo secondo Matteo, capitolo 15, i versi dal 29 al 37. Il verbo che mi colpì era ἐδίδου (edidou) in greco – o ‘dava’, com’è tradotto nella lingua italiana – e si trova nel verso 36 del testo di Matteo. Anche se è accaduto nel passato, il verbo non è fermo, per dire che accadeva una volta sola. Al contrario, questo verbo indica l’azione di Gesù che è sempre continua. In altre parole, Gesù ‘dava’ in continuazione. Ed è proprio su questo tema che Gesù voleva e, infatti, includere i suoi nella sua donazione agli altri. Anche se i discepoli si sono sentiti persi davanti a quella moltitudine di persone perché il bisogno era tantissimo. Ma di fronte a quel bisogno una cosa era certa: si dà il tutto del poco che c’è, allora veramente Dio vede e provvede! La storia del miracolo mi ha fatto riflettere esattamente così! Quando si dà il tutto con la massima generosità del cuore, accadono grandissimi miracoli. Più di quel miracolo visibile ne accadono altri invisibili come delle guarigioni che fanno sì che la compassione generosa raggiunge il suo apice.

Quando si guarisce dall’individualismo, dalla cupidigia per i soldi e l’attaccamento eccessivo alle cose materiali, quando si vede il tempo non come il cronometro umano, ma con il tempo eterno di Dio, allora sì che possiamo vedere il regno di Dio operante sulla terra. Perché il regno di Dio è in mezzo a noi, come osserva benissimo Papa Francesco quando insegna: “Quando diciamo regno di Dio o regno dei cieli noi pensiamo subito a qualcosa che riguarda l’aldilà: la vita eterna”.Certo, questo è vero, il regno di Dio si estenderà senza fine oltre la vita terrena. Ma la bella notizia che Gesù ci porta – e che Giovanni anticipa – è che il regno di Dio non dobbiamo attenderlo nel futuro: si è avvicinato, in qualche modo è già presente e possiamo sperimentarne fin da ora la potenza spirituale. “Il regno di Dio è in mezzo a voi!”, dirà Gesù. Dio viene a stabilire la sua signoria nella nostra storia, nell’oggi di ogni giorno, nella nostra vita, e là dove essa viene accolta con fede e umiltà germogliano l’amore, la gioia e la pace. La condizione per entrare a far parte di questo regno è compiere un cambiamento nella nostra vita, cioè convertirci ogni giorno, un passo avanti ogni giorno. E con qualche misura si converte se non con la generosità? Cioè, dar da mangiare all’affamato? Dar da bere all’assetato? Ospitare il forestiero? Vestire gli ignudi? Assistere gli ammalati? Visitare i carcerati? Seppellire i morti? Consigliare i dubbiosi? Insegnare agli ignoranti? Ammonire i peccatori? Consolare l’afflitto? Perdonare le offese? Sopportare pazientemente le persone moleste? Pregare Dio per i vivi e per i morti? Se dobbiamo essere sinceri che cos’è la misura dell’amore se non l’amore senza misura? Allora, con la lirica di Giancarlo Bigazzi, Umberto Tozzi e Raf, possiamo veramente cantare con la nostra vita: “Si può dare di più perché è dentro di noi!”. Il poco di ciascuno fa, infine, la stragrande differenza! Viva la generosità! di Fra Mario Attard