In questo anno dedicato a San Giuseppe, noi – come Centro dell’Oncologia Sir Anthony Mamo – stiamo ospitando, per una settimana, il bastone fiorito di san Giuseppe. Infatti, da giovedì 14 gennaio 2021, è cominciata, ufficialmente, la visita del bastone fiorito di san Giuseppe nell’oncologico. Questa visita è stata possibile grazie all’Arciconfraternita di San Giuseppe, a Rabat, con il generosissimo aiuto del sig. Anthony Casha, il responsabile dell’Arciconfraternita. A Malta, c’è una forte devozione a san Giuseppe, in modo speciale a quella statua antica, devota e miracolosa, del santo coronato che si trova presso il santuario nazionale di san Giuseppe nella Chiesa di Santa Maria di Gesù a Rabat. Questo bastone originale, fatto a legno, fu messo nella mano della statua da tanto tempo fa. Infatti, esso fu e oggi è ancora portato nelle case e gli ospedali per le preghiere di guarigioni con l’intercessione di san Giuseppe. L’origine di questa devozione risale al diciassettesimo secolo quando, col passare del tempo, furono organizzati tanti pellegrinaggi con la statua di san Giuseppe sulla scala nazionale in momenti di particolare bisogno come la mancanza di pioggia, la peste o anche per la protezione contro i terremoti.
Dunque, con questo bastone fiorito si prega a san Giuseppe che, tramite la sua potente intercessione, possiamo sentire il suo amore e protezione. Affidiamoci al suo patrocinio che ci guida, quotidianamente, verso il Cristo, nostro Signore e Redentore. San Giuseppe sa benissimo come avere cura di noi perché, in questa vita, fu lui il Custode del Redentore, Gesù, e anche della Madre Dio, Maria. In questo momento grandissimo di grazia per il nostro Centro di Oncologia, mi vengono in mente le parole bellissime scritte da papa Francesco nella sua lettera apostolica in occasione del 150° Anniversario della dichiarazione di san Giuseppe quale patrono della Chiesa Universale: “La castità è la libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita. Solo quando un amore è casto, è veramente amore. L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici. Dio stesso ha amato l’uomo con amore casto, lasciandolo libero anche di sbagliare e di mettersi contro di Lui. La logica dell’amore è sempre una logica di libertà e Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera. Non ha mai messo sé stesso al centro. Ha saputo decentrarsi, mettere al centro della sua vita Maria e Gesù. La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé (nro. 7)”.
In queste giornate strapiene di grazia e gioia di Dio, quante volte è stata pregata la potentissima preghiera a san Giuseppe del grande papa Leone XIII: “A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua Santissima Sposa. Deh! Per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e, come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità: e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché sul tuo esempio, e mercé il tuo soccorso, possiamo vivere virtuosamente, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia!”. Perché non preghiamo questa fortissima orazione ogni giorno e, soprattutto, nei momenti di grandissimo bisogno?
di Fra Mario Attard