A causa delle precauzioni Covid-19 non si fa più la messa tutti insieme nella sala. Riguardare la nostra salute comunitaria è un grandissimo dovere da esercitare assolutamente. Allora, il Signore Iddio ci dà la grazia di celebrare la messa nelle camere dei pazienti. E, questa volta, è toccato fare l’eucaristia proprio nella loro camera. Queste due donne di fede hanno, veramente, gioito nell’avere questa grazia straordinaria. Quella che sta migliorando nella sua situazione di salute ha pregato con grande cuore durante la messa che ho celebrato per lei. Mentre l’altra che, piano piano, sta entrando nelle ultime e decisive tappe della sua vita, ha pregato in silenzio. Accanto a lei c’era il marito che la stava accompagnando. Dopo la messa abbiamo pregato insieme la Divina Misericordia, la Consacrazione alla Madonna e la preghiera di san papa Giovanni Paolo II a san Giuseppe. E, infine, li ho benedetti con la reliquia di san Giovanni Bosco che, presentemente, sta visitando il nostro ospedale per confortarci con la sua santa presenza. Dopo averli benedetti, andai nelle altre camere a benedire gli altri pazienti con la bellissima e devotissima reliquia del santo dei giovani. Entrai in una camera e, immediatamente, mi sono accorto che c’è una donna che stava morendo. Davanti a questa urgenza i piani sono cambiati e mi sono messo accanto a lei per accompagnarla in questa ora difficile e cruciale di tutta la sua intera vita. Ringraziamo Dio che accanto ad ella c’erano la sorella e suo marito che gli stavano dando il loro preziosissimo supporto. Sentì nel mio cuore di invitarli a pregare la Coroncina della Divina Misericordia con me.
Giusto nel letto di fianco, c’era un uomo che anche lui prendeva quella che noi conosciamo come la via senza ritorno. Accanto a quest’ultimo c’era la sorella. Ebbene, siccome erano due persone in fin di vita quello era il momento opportuno per pregare per entrambe le persone e insieme ai loro cari. Il mio invito per la preghiera fu subito accettato e, di conseguenza, cominciammo a pregare. Alla chiusura della preghiera li ho benedetti con la reliquia del santo dei giovani. La donna morente l’ha presa tra le sue mani e ha cominciato a pregare con tutta la forza che aveva. La sua sorella, stupita dalla fede ardente della sorella, istantaneamente, iniziò a piangere. Ed esattamente in quello stesso istante, qualcuno dentro di me mi ha invitato a cantare un’Ave Maria. Ave Maria gratia plena, Dominus tecum benedicta tu. Incredibilmente, i pazienti cominciarono a cantare con me e tutta la camera si trasformò in una festa di canto gioioso. Quando me ne andai per continuare il mio servizio in un altra parte dell’ospedale, mi accorsi subito che il protagonista di tutta questa gioia era don Bosco! Quanto aveva ragione papa Francesco quando, nella prefazione del volume intitolato Evangelii gaudium con don Bosco, il pontefice argentino scrisse: “Non era un santo dalla faccia da venerdì santo, triste musone, ma da domenica di Pasqua. Era un portatore sano della gioia del Vangelo, sempre gioioso, accogliente, nonostante le mille fatiche che, quotidianamente, lo assediavano. Per lui, la santità consisteva nello stare molto allegri”. Grazie don Bosco per aver portato la gioia del Signore ai nostri pazienti agonizzanti! Perché, come tu ci hai insegnato: “Dove regna la carità, regna la felicità!”.
di Fra Mario Attard