Quando il Signore mi dà la grazia di pubblicare un libro nell’ambito della cura pastorale tramite l’associazione degli infermieri, sempre e provvidenzialmente, vengo in contatto con lei. Dalla mia esperienza – dico, francamente – che è, veramente, una gioia lavorare con lei! Il suo modo di vedere la vita mi ispira tantissimo! Prima di tutto, lei crede nel dialogo, cosa che, nel mondo, specialmente quello ‘religioso’, sembra che è un traguardo assai difficile da raggiungere. Parlando con lei sui temi del lavoro della pubblicazione, mi viene in mente quello che dice il giornalista, saggista, opinionista e conduttore televisivo italiano, Beppe Severgnini: “La possibilità di confronto è una ricchezza, una gioia e una fortuna. Insegna la prospettiva, i modelli e le relazioni. Essere aperti è un vantaggio. E che vantaggio!”. Recentemente, ho avuto la grazia di parlare con lei alla luce di un’impresa assai interessante sulla pastorale sanitaria presso il centro oncologico. All’improvviso, ella mi ha detto: “Dalla mia esperienza con le pubblicazioni ritengo, fermamente, che è importante che ogni persona tenga un diario. L’idea mi ha dato delle molteplici vite in un istante! Che bello scrivere le esperienze vissute con le loro rispettive sentimenti di gioia, paure ma anche di speranza!”. Questa brava donna, che porta il santo nome di Bernardette, con questa sua idea mi ha comunicato la stragrande realtà che, come diceva benissimo papa Francesco nell’Angelus del 26 dicembre 2020: “I gesti d’amore cambiano la storia: anche quelli piccoli, nascosti, quotidiani. Un diario non è che un gesto d’amore che non soltanto cambia la vita di chi l’ho ha scritto, ma anche del lettore che lo sta leggendo? Un diario non è la somma dei prodigi che Dio opera nelle nostre vite, che, insieme, come i tasselli del mosaico, fanno una bellissima panorama sulla nostra vita? Quanto si può imparare nello scrivere su un diario! Tenere un diario è una cosa divina”. Il grande scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo, Lev Tolstoj, disse: “Sono due anni che non riprendo in mano il diario e pensavo che non avrei più ripreso questa abitudine infantile. Ma non è una ragazzata, è dialogare con se stessi, con la parte vera, divina, che vive in ogni uomo”. Scrivere un dialogo significa PREGARE! Grazie Bernardette per questa idea geniale! Ogni volta che il Signore mi dà la grazia di scrivere su quello che vivo nelle mie giornate ti ricordo e saluto affettuosamente con questa bellissima e semplicissima frase: ‘Il diario di Bernardette!’.
di Fra Mario Attard