Alla fine del XIX secolo, il numero di statue portate nelle processioni del Venerdì Santo a Malta era costituito da otto episodi, costruiti attorno ai cinque misteri dolorosi del Santo Rosario: L’Agonia nell’orto; La Flagellazione al pilastro; L’Incoronazione di spine; Gesù che porta la croce; La Veronica; La Crocifissione; La Sepoltura di Cristo e Maria Addolorata. Nel corso dei due secoli precedenti, non si sono verificati veri e propri sviluppi iconografici su questi episodi ad eccezione di un paio di innovazioni cosmetiche di Carlo Darmanin (1825-1909) che, tuttavia, fu responsabile dell’aggiunta, nel 1908, di un nuovo gruppo/episodio statuario, ossia la statua del Tradimento di Giuda per la processione di Qormi. Per il mezzo secolo successivo, non ci furono nuovi sviluppi. Tuttavia, nel 1961, due sviluppi portarono a una completa evoluzione nell’iconografia delle statue processionali della Settimana Santa, un processo ancora in corso al giorno d’oggi. Il primo sviluppo è stato l’aggiunta di nuovi episodi/gruppi statuari. Come già abbiamo detto, era Qormi che aveva aumentato il numero di statue nel 1908.
Anche in questo caso, fu Qormi a prendere l’iniziativa, nel 1961, con l’importazione da Bari in Italia di due episodi inediti che non erano mai stati presenti nelle processioni della Settimana Santa maltese: L’ultima cena di Gesù con gli apostoli e Gesù che incontra sua Madre sulla via del Calvario. Questi due gruppi statuari – giunti via mare da Bari, nel marzo del 1961 – furono subito disimballati dalle loro casse di legno e portati in processione per il Venerdì Santo del 31 marzo 1961, esattamente 60 anni fa. L’Ultima Cena è un imponente gruppo statuario composto da 13 statue – Gesù Cristo e i 12 Apostoli – nel momento in cui Cristo, raffigurato con un calice in mano, stava istituendo il sacramento della Santa Eucaristia. I tratti del viso di Gesù sono una copia della figura nel gruppo statuario dell’agonia nel giardino per garantire la continuità. Per lo stesso motivo, i lineamenti del viso di san Giovanni Evangelista sono una copia della figura presente nel gruppo statuario della Crocifissione. Il calice in argento dorato era appartenuto un tempo al rev. Benedetto Axisa, un sacerdote nato a Qormi che morì nel 1946, ma che fu donato a questo scopo dai suoi eredi, Salvatore e Giuseppe Ebejer.
I fondi necessari per finanziare questa statua sono stati raccolti da Salvatore Debono (detto ta’ Patata) e Joseph Agius (detto ta’ Bramel). Entrambi erano ben noti a Qormi per i loro sforzi incondizionati per acquisire fondi per vari progetti parrocchiali nel corso degli anni. L’idea di includere una statua che raffigura l’Ultima Cena era stata proposta dal comitato organizzatore e dall’arciprete don Gerard Frendo un paio di anni prima e, per un certo periodo, l’importazione di una statua dalla Spagna era prevista. Tuttavia, probabilmente per ragioni economiche, la scelta è ricaduta sulla bottega di Salvatore Bruno a Bari. Bruno (1893-1988), nato a Lecce, ha imparato il mestiere da Achille De Lucrezi e Antonio Maccagnani e, fino al 1933, ha condiviso una bottega con il suo rispettato fratello Giuseppe a Lecce. Il suo talento ha continuato a svilupparsi grazie alla sua bottega personale (a Bari) dove ha lavorato fino alla morte, avvenuta a 95 anni. Entrambe le statue erano realizzate in cartapesta, ma con teste e tratti del viso in porcellana. Questa massiccia statua è stata realizzata secondo particolari specifiche in modo da poter essere trasportata all’altezza delle spalle attraverso la porta principale della chiesa proprio come le altre statue. Essa ha suscitato grande interesse non solo perché era imponente, ma soprattutto perché ci si chiedeva se 12 portatori potessero essere sufficienti per trasportarla per tutta la durata della processione.
Ciò portò grande affluenza di gente a Qormi e si può certamente dire che la città non aveva mai assistito a una presenza di persone così massiccia come quella del Venerdì Santo del 1961. Molti portatori di statue di Qormi gareggiavano per avere il privilegio di portare questa statua e, in effetti, ogni portatore scelto donò £ 5, che era una grande donazione in quei giorni, equivalente a cinque giorni di lavoro pagato per un operaio normale. Questa statua è rimasta unica nelle isole maltesi fino al 1968 quando una statua simile, ma con un formato diverso, è stata prodotta per Żebbuġ, nella sorella isola di Gozo. Comprensibilmente, il gruppo statuario di Gesù che incontra la sua Madre Santa ha suscitato meno interesse. Le spese furono coperte dall’imprenditore di Qormi, Consiglio d’Amato, che fu anche uno dei suoi primi portatori. Comprendeva le tre figure, quella di Gesù, di Maria Santissima e di un soldato romano. Purtroppo, un acquazzone durante la processione del 1971 ha reso necessaria la sua sostituzione – per mano di Alfred Camilleri Cauchi – con l’aggiunta di una quarta statua, quella di san Giovanni Evangelista. Statue simili di questo episodio furono, successivamente, introdotte a Paola, nel 1976, e a Xagħra (Gozo), nel 1987. Il secondo sviluppo è stato a Żejtun, dove la processione che si svolge a Qormi è stata emulata dall’introduzione di un gruppo statuario che raffigura Il tradimento di Giuda, anch’esso fabbricato in cartapesta a Lecce (Italia), nella bottega di Angelo Capoccia (1909-2000). Angelo, che ha appreso il mestiere principalmente dal padre Gabriele – noto e rispettato fabbricante di statue –, lavorava ancora nel 1988 quando aprì la sua ultima bottega in via F. Turati, a Lecce. Questi due sviluppi hanno letteralmente aperto le porte a sviluppi futuri – a partire immediatamente dal 1962 – che includevano l’elaborazione di gruppi ed episodi statuari esistenti. È sufficiente affermare che da 9 diversi episodi nel 1908, si è passati a 10 nel 1961, attualmente, non meno di 22 episodi sono presenti nei gruppi statuari. Naturalmente, alcuni gruppi includono più di un episodio, un tipico esempio è un gruppo a Qormi che include i tre episodi della Veronica, Simone di Cirene e Le Pie Donne di Gerusalemme insieme a Cristo. Queste bellissime e devotissime statue mi invitano a pregare la potentissima preghiera della Santa Croce, dicendo dal mio cuore: “Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo!”.
di Fra Mario Attard