Recentemente, padre prof. Salvino Caruana OSA – insieme con il suo confratello agostiniano padre Francis Calleja OSA – hanno pubblicato un volume interessantissimo sulle dieci omelie di sant’Agostino sulla Prima Lettera di San Giovanni. Il titolo del libro nella lingua maltese è Waħda u Sħiħa hija l-imħabba (Uno e completo è l’amore). Questo recente lavoro del professor Salvino Caruana OSA, direttore dell’istituto agostiniano Dell’Agostiniano, e padre Francis Calleja OSA, è essenzialmente una tradizione nella lingua maltese delle dieci omelie che il santo vescovo di Ippona che san Giovanni scrisse ai Parti. La traduzione è stata tratta dalla versione latina della Patrologia Latina, volume 35. Questo libro è, sicuramente, un altro gioiello che celebra, degnamente e amorevolmente, l’immensa opera patristica che ci ha lasciato sant’Agostino. Questo volume nella lingua maltese aggiunge lustro alle già varie altre pubblicazioni sull’impressionante opera del vescovo di Ippona in maltese. Inoltre, questa pubblicazione è anche un grande aiuto per il progresso dell’insegnamento religioso nella nostra lingua maltese che è molto necessario per noi cattolici.
Queste 10 Omelie sono tra i migliori esempi della predicazione di Agostino. Il vescovo nordafricano, dottore e padre della Chiesa, le ha predicate durante l’Ottava di Pasqua e, due giorni dopo, nella rinomata basilica Pacis, nel pomeriggio verso sera, cioè nel momento in cui i suoi ascoltatori che stavano in piedi, sarebbero stati più tranquilli e attenti per tre o quattro ore di prediche! Ci sono voluti decenni prima che gli esperti nel campo della predicazione di Agostino concordassero la data in cui pronunciava le dieci Omelie, precisamente nel 407. Esse rappresentano una serie di prediche estremamente importanti per la vita quotidiana dei cristiani nordafricani, affinché potessero comprendere meglio il significato del sacramento della Pasqua che avevano appena ricevuto e celebrato. Queste omelie sono state paragonate a quelle predicate da sant’Ambrogio a Milano o il patriarca Cirillo a Gerusalemme, cioè sotto forma di una catechesi mistagogica, ad illuminandos (agli illuminati, vale a dire a quelli pronti per il Sacramento del Battesimo).
Nonostante il fatto che in tutte queste Omelie le parole come nuova vita, luce, unzione e acqua, sono normalmente tutti termini con riferimento al Saramento del Battesimo, tuttavia Agostino non ne fa una lunga esposizione. È un dato di fatto che, dall’Omelia 7 in poi, non ha mai menzionato affatto il Sacramento. Ulteriormente, in tutte queste Omelie non si fa menzione del Risorto, né di alcun altro riferimento alla Resurrezione. Si tratta, invece, di omelie di Agostino su un particolare testo del Nuovo Testamento, la Prima Lettera di san Giovanni Apostolo, con nessun riferimento a tutti i particolari tempi liturgici ecclesiastici in cui furono pronunciati. Agostino si affretta a definire il tema: “Giovanni ha detto molte cose e tutto ciò che ha detto ha a che fare praticamente con il tema dell’amore reciproco”. L’amore del prossimo era un tema su cui Agostino non si stancava mai di predicare e scrivere. Infatti, verso la fine della primissima omelia, egli aveva già spiegato un quinto della Lettera di Giovanni ai Parti, rivelando così l’estrema fretta che aveva di arrivare al filo conduttore della Lettera, cioè quello dell’amore reciproco.
Questo non dovrebbe creare meraviglia perché nel momento in cui stanno predicando queste omelie, la controversia sui donatisti era al suo culmine (nel capitolo 16, il prof. Caruana fornisce a storia dettagliata della controversia). Dunque, Agostino voleva chiarire il fatto che questa era una grave violazione dell’amore di Cristo. I lettori del testo sono incoraggiati a non leggere il testo con fretta, ma lo sono consigliati di usarlo per la loro meditazione quotidiana. È forse nell’Omelia 7 che il punto cruciale dell’argomentazione di Agostino si può tranquillamente leggere: “Ama e fai quello che vuoi” (“Dilige et quod uis fac”), parole che avrebbero dovuto scioccare il suo pubblico, ma che hanno causato una enorme confusione tra i capi cristiani nel Nord Africa cattolica! Questo è stato, tuttavia, il modo di Agostino per provocare una reazione alla sua predicazione. Il testo sarà letto e analizzato da esperti nel pensiero di Agostino durante la prima parte dell’anno accademico 2021-2022 presso l’istituto agostiniano a Pietà (da venerdì 1 ottobre 2021 fino al 10 dicembre 2021, seguito dal 2° semestre che va dal 21 gennaio 2022 fino al 11 aprile 2022, giorno della laurea). Il volume Waħda u Sħiħa hija l-imħabba verrà consegnato a tutti coloro che ne s’iscriveranno per il corso per l’anno accademico 2021-2022. Le applicazioni saranno disponibili da maggio 2021. Per ogni altra informazione, si può contattare padre prof. Salvino Caruana OSA, direttore, PO BOX 61 Msida PO MSD 1000 o 7929 4177 / 21249407 o tramite l’e-mail: caruana.salvino@gmail.com.
Ricordiamo quello che dice sant’Agostino nella settima Omelia sull’amore vero: “Molte cose, infatti, possono avvenire se hanno un’apparenza buona, ma non procedono dalla radice della carità: anche le spine hanno i fiori; alcune cose sembrano aspre e dure, ma si fanno, per instaurare una disciplina, sotto il comando della carità. Una volta per tutte, dunque, ti viene imposto un breve precetto: ama e fa ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene” (Omelia 7,8). Sia l’amore a ispirare tutte le nostre azioni!
di Fra Mario Attard