San Giorgio: L’agricoltore della grazia della santità

La Chiesa universale oggi, venerdì 23 aprile 2021, celebra la festa di san Giorgio martire. San Giorgio appartiene ai tempi più antichi della Chiesa di Cristo. Giorgio, il cui nome in greco significa ‘agricoltore’, nacque da una famiglia cristiana in Cappadocia, intorno all’anno 280. Dopo essersi trasferito in Palestina, si arruolò nell’esercito di Diocleziano. Quando l’imperatore emanò l’editto di persecuzione contro i cristiani nel 303, Giorgio diede tutti i suoi averi ai poveri e, di fronte allo stesso Diocleziano, strappò il documento e professò la sua fede in Cristo. Per questo atto eroico, pilotato da una stragrande fede, subì delle terribili torture e, alla fine, lo decapitarono. Poco dopo la sua morte, una basilica fu eretta proprio sul luogo della sua sepoltura a Lidda (l’odierna Lod, in Israele). Le sue reliquie sono ancora visibili anche oggi. Tra i documenti più antichi che attestano l’esistenza di san Giorgio, c’è un’epigrafe greca del 368 rinvenuta ad Eraclea di Betania che parla della “casa o chiesa dei santi e martiri trionfanti Giorgio e compagni”. La Passio Georgii è stata classificata tra le opere agiografiche dal Decreto Gelasiano del 496 e ritenuta apocrifa. Molte furono le successive redazioni della Passio, che informarono le successive leggende. Si raccontano innumerevoli storie su san Giorgio, tra cui il famoso episodio del drago e della fanciulla salvata dal santo. Secondo la versione comune della leggenda, si sente dire che nella città di Selem in Libia c’era un grande stagno dove viveva un terribile drago. Per placarlo, gli abitanti gli offrirono due pecore al giorno e, più tardi, una pecora e un bambino tirati a sorte. Un giorno fu scelta la figlia del re e, mentre si stava dirigendo verso lo stagno, Giorgio passò e trafisse il drago con la sua lancia; un gesto che è diventato un simbolo della fede che trionfa sul male.

In un panegirico molto interessante dell’ottavo secolo predicato dal grande sant’Andrea di Creta (morto 740), padre della Chiesa Orientale, troviamo una bellissima descrizione su come san Giorgio fu un ottimo agricoltore della grazia della santità.La memoria del nostro campione non solo ci ricorda per eccellenza la passione del Signore, giungendo a noi gradita per il suo atletico combattimento e bella per i fulgori primaverili, bensì partecipa assai largamente della gioia che ridonda delle più grandi solennità divine. Giorgio io dico, che nel nome significò maturanza divina e maturando mostrò in sé grazia rispondente al nome… Giorgio fu grande agricoltore di divine ispirazioni; egli, orticello divino, nel quale fu lavorata la grazia della fede e per tutti compiuti i numerosi miracoli. Costui, come rosa di mezzo alle spine, ebbe allora a nascere; e cresceva, di mezzo al lezzo dell’idolatria, come giglio odoroso di fede. Ebbe a sorgere come un cipresso di mezzo ad un roveto o come un ulivo che nereggia nel deserto o come palma che raddolcisce i frutti già amari o come luna piena che manda raggi in notte assai fosca o come fiaccola in dense tenebre o come stella del mattino di mezzo alle nuvole oscure per coloro che vanno raminghi nel mare o come sole che vibra lieto splendore di mezzo ad una densa nebbia…”. O glorioso san Giorgio che sacrificaste il sangue e la vita per confessare la fede, otteneteci dal Signore la grazia di essere disposti a soffrire per amor suo qualunque affronto e qualunque tormento, anzi che perdere una sola delle cristiane virtù; fate che, in mancanza di carnefici, sappiamo da noi stessi mortificare la nostra cerne cogli esercizi della penitenza, affinché morendo volontariamente al mondo e a noi medesimi, meritiamo di vivere a Dio in questa vita, per essere poi con Dio in tutti i secoli dei secoli. Amen. Padre Nostro, Ave Maria e Gloria al Padre. San Giorgio, l’agricoltore della grazia della santità, prega per noi!

di Fra Mario Attard