Oggi, venerdì 30 aprile 2021, è la festa del papa a cui spettava attuare lo storico Concilio di Trento. Se pensiamo che i papi abbiano avuto difficoltà nell’attuazione del Concilio Vaticano II, Pio V ha, certamente, avuto i suoi problemi ancora maggiori dopo Trento quattro secoli fa. Durante il suo pontificato (1566-1572), Pio V dovette affrontare la responsabilità quasi opprimente di rimettere in piedi una Chiesa distrutta e dispersa. La famiglia di Dio era stata scossa dalla corruzione, dalla Riforma Protestante, dalla costante minaccia dell’invasione turca e dai sanguinosi battibecchi degli stati-nazione emergenti all’epoca. Nel 1545, un precedente papa convocò il Concilio di Trento nel tentativo di affrontare tutti questi pressanti problemi. Per ben 18 anni, i padri della Chiesa hanno discusso, condannato, affermato e deciso una linea di condotta. Il Concilio si chiuse nel 1563. Pio V fu eletto nel 1566 e incaricato di attuare le radicali riforme chieste dal Concilio. Egli ordinò la fondazione di seminari per la corretta formazione dei sacerdoti. Pubblica un nuovo messale, un nuovo breviario, un nuovo catechismo e istituisce le classi della Confraternita della Dottrina Cristiana per i giovani.
Pio fece rispettare con zelo la legislazione contro gli abusi nella Chiesa. Servì, pazientemente, i malati e i poveri costruendogli ospedali, fornendo cibo agli affamati e dando il denaro usato abitualmente per i banchetti papali ai poveri convertiti romani. La sua decisione di continuare a indossare l’abito domenicano portò all’usanza – ancora oggi – del papa che indossava una tonaca bianca. Nel tentativo di riformare sia la Chiesa che lo Stato, Pio incontrò la veemente opposizione della regina Elisabetta d’Inghilterra e dell’imperatore romano Massimiliano II. I problemi in Francia e nell’Olanda hanno anche ostacolato le speranze di Pio per un Europa unita contro i turchi. Solo all’ultimo momento, poté organizzare una flotta che vinse una decisiva vittoria nel Golfo di Lepanto, fuori della Grecia, il 7 ottobre 1571. L’incessante ricerca di Pio per un rinnovamento della Chiesa era radicata nella sua vita personale di frate domenicano. Trascorreva lunghe ore con il suo Dio in preghiera, digiunò rigorosamente, si privò di molti lussi papali consueti e osservò fedelmente lo spirito della regola domenicana che aveva professato. San papa Pio V aveva un forte legame con Malta. La vittoria sui turchi fu l’impulso per la costruzione di una nuova città per l’Ordine. Semmai la vittoria dell’Assedio era stata l’occasione ideale per le pubbliche relazioni per l’Ordine di appellarsi alle corti europee per fornire le finanze tanto necessarie e la competenza tecnica. Fu in questo contesto che Papa Pio V si era offerto di inviare Francesco Laparelli a Malta.
ll celebre architetto Laparelli era originario da Cortona e aveva assistito l’eminente ingegnere militare Gabrio Serbelloni nelle difese della sua città natale. Prima del suo arrivo a Malta, Laparelli era stato impiegato da papa Pio V e del suo predecessore Pio IV per lavori che andavano dalle fortificazioni di Civitavecchia, ai bastioni pentagonali di Castel Sant’Angelo e ai lavori di fortificazione sul Colle Vaticano. Ha anche avuto l’opportunità di assistere Michelangelo con la costruzione in corso della cupola della basilica di San Pietro. Oggi, la città de La Valletta gode un bellissimo monumento di papa San Pio V. Nella sua attuale posizione privilegiata, il busto di Pio V è a pochi passi dall’ingresso Carapecchia della Cattedrale di San Giovanni, affacciato sulla Piazza del Grande Assedio dominata dall’audace e simbolico Monumento ad Antonio Sciortino e vicino al rilievo in bronzo di papa Giovanni Paolo II di Noel Galea Bason. Il Busto di Pio V fa parte del collegamento triangolare tra l’Assedio, la Chiesa e il papa. Infatti, egli stesso è co-fondatore di La Valletta. Le sue ultime parole dimostrano il forte calibro spirituale di questo grande papa e anche il programma di ogni futuro pontefice: “Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità”.
di Fra Mario Attard