Domenica 20 giugno 2021, ultimo giorno di Primavera, io e dieci altri sacerdoti abbiamo celebrato il nostro diciottesimo anniversario della nostra ordinazione sacerdotale. Più che un privilegio, essere un sacerdote è una chiamata intensa per l’unione con Cristo personalmente e a Cristo nel suo popolo. Il sacerdote si unisce a Cristo eucaristico e mistico come presente nella sua chiesa. Essere sacerdote significa servire generosamente fino alla morte. Un detto fortissimo di un grande sacerdote che visse la sua totale dedizione a Cristo nella sua Chiesa, il cappuccino san Leopoldo Mandíc, davvero ci fa riflettere: Un sacerdote deve morire per il duro lavoro apostolico; non c’è altra morte degna di un sacerdote. Quanto queste bellissime parole, vissute con una magnifica fedeltà, contrastano assai con quello che papa Francesco lamenta in alcuni sacerdoti che vivono non per Dio e per il suo popolo, ma per loro stessi! Dice il santo padre addolorante nella sua omelia del Giovedì Santo il 28 marzo 2013: “Non è precisamente nelle autoesperienze o nelle introspezioni reiterate che incontriamo il Signore: i corsi di autoaiuto nella vita possono essere utili, però vivere la nostra vita sacerdotale passando da un corso all’altro, di metodo in metodo, porta a diventare pelagiani, a minimizzare il potere della grazia, che si attiva e cresce nella misura in cui, con fede, usciamo a dare noi stessi e a dare il Vangelo agli altri, a dare la poca unzione che abbiamo a coloro che non hanno niente di niente”.
Come dice benissimo il papa nella conclusione di questa prima omelia della santa messa del crisma, “Dio Padre rinnovi in noi lo Spirito di Santità con cui siamo stati unti, lo rinnovi nel nostro cuore, in modo tale che l’unzione giunga a tutti anche alle ‘periferie’, là dove il nostro popolo fedele più lo attende e apprezza. La nostra gente ci senta discepoli del Signore, senta che siamo rivestiti dei loro nomi, che non cerchiamo altra identità; e possa ricevere attraverso le nostre parole e opere quest’olio di gioia che ci è venuto a portare Gesù, l’Unto”. Pregate per noi sacerdoti che la nostra relazione con Gesù, il Buon Pastore, si esprime nel modo in cui vi serviamo. Pregate che Maria sarà sempre la Donna e la Madre della nostra vita. Pregate che il Rosario diventa la nostra preghiera quotidiana. Come ci dice Maria nel messaggio del 25 giugno 1985 a Medjugorje, esattamente nel quarto anniversario delle apparizioni. Quando Marija Pavlović ha chiesto la Madonna: “Che cosa vuoi dire ai sacerdoti?”, ecco la risposta ben precisa della Madonna: “Cari figli, vi esorto a invitare tutti alla preghiera del Rosario. Col Rosario, vincerete tutti gli ostacoli che satana in questo momento vuole procurare alla Chiesa cattolica. Voi tutti sacerdoti, recitate il Rosario, date spazio al Rosario”. Su questa nota mariana sull’urgenza che noi sacerdoti preghiamo il Rosario ogni giorno voglio chiudere le mie riflessioni sul mio diciottesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale. L’avvertimento amorevole di Maria parla da sé a tutti noi!
di Fra Mario Attard