Sant’Agostino… Il dottor Stranamore

Sabato 28 agosto è la festa di sant’Agostino. Questo grandissimo padre della Chiesa ci insegna che noi abbiamo bisogno dell’amore. Ma, al tempo stesso, ci offre un panorama molto più ampio e vasto dal senso comune dell’amore che gira nei nostri cerchi mondani. Allora, che cos’è il vero amore secondo sant’Agostino? Primo, il vero amore non ha limiti. Dice il celebre vescovo di Ippona: “La misura dell’amore è amare senza misura”. Secondo, l’amore accompagna la persona amata nei suoi alti e bassi della vita. Ci insegna Padre Agostino: “L’amore inizia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con una lacrima”. Terzo, si ama anche con parole sincere e privi di ogni inganno. Afferma sant’Agostino: “Le parole non sono state inventate perché gli uomini s’ingannino tra loro, ma perché ciascuno passi all’altro la bontà dei propri pensieri”. Quarto, l’amore significa fare la tua parte cento per cento e lascia Dio a fare la sua parte al massimo. Insegna questo grandissimo dottore della Chiesa: “Prega come se tutto dipendesse da Dio. Lavora come se tutto dipendesse da te”. Quinto, il vero amore cerca, prima di tutto, l’estetica spirituale della persona. Sottolinea questo esperto dell’umanità: “L’amore è la bellezza dell’anima”. Sesto, l’amore significa superare il nostro egoismo personale perché proprio così si costruisce davvero un mondo migliore. Egli precisa: “Supera te stesso e supererai il mondo”. Settimo, il vero amore ci conduce a cercare Dio in noi stessi. Ci incoraggia questo magnifico innamorato di Dio: “Mio Dio, ti cercavo fuori e tu eri dentro!”. Ottavo, l’amore autentico è quello di dare il migliore di noi stessi per gli altri. Dice il generosissimo Agostino: “Chi meglio dà, maggiormente riceve”. Nono, il vero amore ci spinge a pentirsi per i momenti dove abbiamo perso tempo in cose di poco valore e, invece, non abbiamo dedicato il nostro tempo a cercare di consolidare la nostra relazione con Dio. Confessa il vescovo di Ippona a Dio: “Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo”. Decimo, l’amore che regge è quello basato sul desiderio della vita eterna con Dio per sempre. Ci catechizza sant’Agostino: “La vera preghiera non è nella voce, ma nel cuore. Non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. Se senza parlare, noi la desideriamo dal profondo del cuore, il nostro silenzio è un grido”.

Preghiamo ora con sant’Agostino: “Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te” (Confessioni I, 1, 1). Amen! Sant’Agostino, Dottor Stranamore, prega per noi!

di Fra Mario Attard