Recentemente, ho avuto la grazia di avere nelle mie mani, per pochi giorni, un libro antico che celebra la storia e la letteratura maltese e italiana. Il libro ‘Fior del Mondo’, libro di letture Italiane per le scuole di Malta. Il libro Quinto – un libro che è proprietà della Società Editrice Internazionale di Torino – venne pubblicato dalla Ditta Giovanni Muscat, Strada Mercanti, 48, Valletta a Malta, nel 1932. Guardando il suo indice, questo libro regala tanta saggezza non soltanto culturale, ma anche quella che ha a fare con la vita quotidiana. Gli autori sono maltesi e italiani. Per esempio, c’è un brano scritto dall’autore italiano, Paolo Mantegazza, che parla sull’importanza di amare e rispettare i genitori. Il suo titolo è: “Non addolorate i genitori”. Questo scritto si trova a pagina 73. Scrive Mantegazza ai giovani di quel tempo: “Figliuoli, quando state per commettere una cattiva azione, pensate per un istante a quell’ora terribile e dolorosa in cui perderete vostra madre e vostro padre, e pensate che allora nulla vi addolorerà tanto, quanto l’averli offesi. Il rimorso di aver fatto piangere chi ci ha dato la vita, non è tanto facile ad esser cancellato. Dio vi risparmi questo dolore, uno, io credo, dei più tremendi che possano tormentare il cuore umano.
Quando, nei tardi anni della vostra vita voi andrete al cimitero e inginocchiandovi sulla fossa di vostro padre, penserete a lui, possiate dirvi con animo sereno: ‘Io non l’ho mai offeso: se egli mi vede, può rallegrarsi d’avere un figliuolo onorato’”. Né le ricchezze, né gli onori potrebbero, poi, ricompensarvi dell’atroce rimorso d’aver fatto del male a chi non v’ha fatto che del bene, a chi vi ha raccolto per primo con un bacio, quando da bambino aprivate gli occhi alla luce del giorno, a chi vi ha benedetto, proferendo il vostro nome negli ultimi momenti della vita. In questo libro interessantissimo di cultura e storia, si trovano spunti per vivere umanamente e religiosamente alla grande grazie all’incontro della cultura maltese e italiana. Dunque, come dice l’autore nella sua presentazione del libro: “La scuola, per esser cosa viva, deve interessare costantemente l’alunno; va scartato, perciò, inesorabilmente, specie nelle classi inferiori, quanto può destare noia e disinteresse. Solo così tra l’insegnante e alunno si stabilisce una corrente di simpatia e di collaborazione feconda, dinamica, gioiosa e la scuola cessa di essere una morta gora di annoiati che considerano l’aula un carcere, e la fine delle ore d’insegnamento una provvidenziale liberazione”.
di Fra Mario Attard