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Mercoledì 5 febbraio 2025, Festa di Sant’Agata, una delle sante patrone di Malta con san Paulo e san Publio, andó al cielo mons. Victor Grech. Quando si diffuse la notizia della sua morte in molti gli resero omaggio. Mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, ha scritto: “La Chiesa di Malta piange la morte di mons. Victor Grech, un sacerdote e benefattore della nostra nazione che si è dedicato altruisticamente a Caritas Malta e ne ha formato la missione e la visione per decenni. Che riposi in pace!”. Altre persone distinte hanno espresso i loro sentimenti alla scomparsa di un grande uomo e uomo di Dio, della chiesa e degli uomini. Per esempio, il primo ministro Robert Abela ha reso omaggio a un ‘gentiluomo’ che ha difeso le persone più vulnerabili della società. “L’esperienza con lui alla Caritas mi ha insegnato che tutti meritano un’altra possibilità nella vita e che il dovere di ognuno è offrire una spalla a chi sta attraversando un periodo difficile”, ha detto.
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Il leader dell’opposizione Bernard Grech ha affermato che mons. Grech ha “dedicato la sua vita ad essere uno scudo di amore e speranza per i più vulnerabili tra noi”. Poi, la presidente della Repubblica di Malta, Myriam Spiteri Debono, ha sottolineato che il Paese dovrebbe “essergli grato e continuare a riconoscere il suo lavoro”, mentre la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, lo ha descritto come “un’icona di amore, unità e ispirazione per tutti i maltesi e i gozitani”. Su Facebook, la Caritas ha scritto: “Grazie Dun Victor per tutto l’amore che hai seminato nei nostri cuori per coloro che soffrono e sono vulnerabili”. Nella storia, sia civile che ecclesiastica a Malta, Dun Victor (Don Victor) rimarrà per sempre la voce di Gesù per i nostri fratelli e sorelle vulnerabili, in particolar modo i drogati, le prostitute, la gente che soffre in silenzio e quelli vittime dell’usura. Il suo stretto legame con Gesù ha permesso a Dun Victor di vederlo nei più poveri ed emarginati. Diceva l’arcivescovo Scicluna nel suo funerale di sabato 8 febbraio 2025 nella Concattedrale di San Giovanni a la Valletta: “Per Dun Vittore, il Signore, suo amico e difensore, ciò che i suoi occhi vedono in questo momento nel mistero dell’eternità, non gli è estraneo; è venuto ad abitare alla sua presenza. Sentì la chiamata di Dio ad essere sacerdote. Nato a Bormla, abbracciato dalla devozione all’Immacolata, imparò anche ad amare i poveri e gli afflitti; e la sua chiamata è cresciuta, nello spirito della tua donazione”. È stato un regalo straordinariamente bello. Nella Lettera agli Ebrei, che leggiamo anche oggi, si spiega questo dono in termini di sacrificio. “Fratelli miei in Gesù, offriamo in ogni momento a Dio un sacrificio di lode, cioè la parola delle nostre labbra che confessa il suo nome” (Eb 13,15).
Poi aggiunse: “Cosa verrebbero a cercare così tante centinaia di giovani, gravati dalla vita? Cercavano una parola di conforto, un cuore che ascolta, occhi che donino calma e serenità; consiglio che illumina la mente e dona pazienza dove ce n’è bisogno. Dun Victor, non fu solo prete e servitore; ma sull’esempio di Gesù, che è sacerdote e servo, è stato anche profeta. Ha avuto il coraggio di evidenziare le piaghe del Paese, soprattutto le piaghe che nascono dall’assuefazione e dalla dipendenza; e non solo li segna, ma li guarisce. Perché a volte è facile dire che abbiamo una ferita; più difficile rimboccarsi le maniche e fare qualcosa. E mentre oggi salutiamo quest’uomo, questo prete, questo vero patriota, un vero maltese; oggi salutiamo anche tutti coloro che hanno contribuito nelle sue iniziative, nei suoi sogni, per i suoi desideri, ad essere la guarigione della ferita; non la causa della ferita, ma la guarigione della ferita. Questo era il sogno di Dun Victor, che questa guarigione si realizzasse”. Grazie Dun Victor di essere stato un’icona di bontà e misericordia a tutti coloro che si sono avvicinati per aiutarli nelle loro difficoltà. Il Signore ti dia pace.
di Fra Mario Attard