“Si segnalano da più parti situazioni in cui questo o quel giudice nega la legittimità del diritto all’astensione, per mancanza niente di meno che di gravi eventi lesivi della incolumità e della sicurezza dei lavoratori. In tutti questi casi, l’Organismo Congressuale Forense è pronto a tutelare i diritti degli avvocati sia dinanzi alla Commissione di Garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero, unica a deputata a valutare la legittimità della astensione e che nulla ha contestato al riguardo (https://www.cgsse.it/web/guest/scioperi-in-tempo-reale), sia in tutte le altre sedi in ordine a eventuali reati in violazione delle prescrizioni della Presidenza del Consiglio sui corretti comportamenti da tenere per evitare la diffusione del contagio”.
Così, l’Organismo Congressuale Forense in una nota a commento delle recenti prese di posizione di alcuni presidenti di Corte d’Appello, che sarebbero intenzionati a negare il diritto alla astensione degli avvocati già nelle udienze di oggi. “Siamo davanti a eventi gravissimi e, purtroppo, epocali, tempi in cui addirittura vengono chiuse le scuole e le attività ricreative che rischiano di produrre affollamento – commenta Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Ocf – e c’è qualcuno che si permette di sindacare la gravità della situazione, spiegando che non ci sono rischi per la sicurezza, mentre notizie di quarantene e contagi si rincorrono nei palazzi di giustizia. Per tutti questi signori giudici – pochi per fortuna, mentre ci risulta che la gran parte dei magistrati condivide l’analisi dell’Ocf – l’invito è di frenare la propria l’autoreferenzialità e, magari, leggere un giornale o guardare un tg ed eventualmente fare un giro nelle città svuotate”.
“Due le considerazioni – prosegue Malinconico –: in primo luogo, questi atteggiamenti di certi capi degli uffici giudiziari ci sembrano ledere l’autonomia dei singoli giudici; in secondo luogo, l’unica autorità deputata a decidere è la Commissione di Garanzia, le cui valutazioni, qualora venissero, anche Ocf, certamente, è pronto ad accogliere”. “Solo una domanda però ci poniamo – conclude la nota –. Come è possibile mantenere la distanza di un metro in quei gironi danteschi che sono certi tribunali italiani? È tutela della propria incolumità e sicurezza, quella che spinge gli avvocati alla astensione, certo non il desiderio di riposo, atteggiamento che, semmai, va cercato altrove, non nella categoria forense”.