L’inquinamento ambientale ai tempi del Coronavirus

Il virus Covid-19, meglio conosciuto come Coronavirus, sta mietendo vittime e seminando paura nel mondo e in Italia, che, come è noto, è al secondo posto dopo la Cina per i contagi che stanno limitando la vita della stragrande maggioranza degli italiani soggetti a restrizioni di ogni tipo. Tante le ordinanze emesse nelle singole Regioni, tanti i sacrifici e la paura di rimanere colpiti da un minuscolo essere, quasi invisibile, che genera contagi a dismisura, prediligendo gli anziani ai quali, essendo soggetti più deboli, può causare la morte. Negli ultimi giorni, abbiamo assistito a una rivoluzione degli stili di vita ai quali, volenti o nolenti, ci siamo dovuti adeguare. La pandemia conclamata ha costretto i politici ad assumere provvedimenti drastici: niente auto in circolazione, né persone, se non per motivi di estrema necessità, niente passeggiate, niente soste nei locali pubblici, niente bar o cinema e tante altre restrizioni da osservare, pena ammende e denunce, che stiamo tenendo ben presenti nella nostra mente per non aggiungere al danno la beffa. In tutta questa situazione caotica, impensabile fino a pochi giorni fa, una notizia ci giunge gradita: l’atmosfera è più pulita, l’inquinamento è sceso a livelli più bassi. Il diossido d’azoto è diminuito, soprattutto al Nord Italia, a livelli che non si registravano da tempo. Il dato sull’inquinamento proviene dalle osservazioni satellitari realizzate nelle ultime settimane da Copernicus, l’iniziativa dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), per controllare l’atmosfera. Le immagini mostrano che da gennaio all’11 marzo le emissioni di diossido di azoto (NO2) – uno dei principali gas inquinanti, che può causare asma e altri problemi polmonari – sono molto diminuite in Europa. In particolar modo nel Nord Italia, una delle aree più inquinate del continente, dove da metà febbraio la concentrazione di NO2 è diminuita del 10 per cento.

Ma che cos’è il diossido di azoto? Si tratta di un inquinante dell’aria prevalentemente originato dal traffico veicolare, dalle strutture delle industrie e dai dispositivi a gas. Non si contano gli effetti negativi sulla salute pubblica, sui soggetti deboli, ivi compresi i bambini, che vanno dalla semplice irritazione oculare, nasale e tosse, alle alterazioni della funzionalità respiratoria, con gravi danni per persone affette da bronchite cronica e asma. La riduzione di N02 è uno degli effetti secondari della pandemia, che già si era visto in Cina. Il rallentamento delle attività produttive e, nel caso dell’Italia, soprattutto degli spostamenti, ha ridotto i livelli di inquinamento dell’aria. Tutto questo, chiaramente, invita a riflettere, e non solo, sui danni dell’inquinamento. Fa riflettere su molti nostri comportamenti sbagliati, quando non si affaccia all’orizzonte un qualsiasi Covid-19 che ci rende inermi. Ci fa riflettere sulla frenesia che ci prende quando ci tuffiamo nella vita senza chiederci quale futuro stiamo riservando ai nostri figli.

di Sergio Lanfranchi