Covid-19 in Europa: Record ricoveri in 14 Paesi UE, UK verso il lockdown nazionale

L’Europa trema per la nuova ondata di contagi perché cresce a dismisura il numero di ricoverati per Covid-19 che ha raggiunto, la settimana appena conclusa – secondo un conteggio dell’AFP – cifre record in almeno 14 Paesi europei.  In ordine di criticità, i Paesi più coinvolti sono stati la Repubblica Ceca, con 62 pazienti ogni 100.000 residenti, seguita da Romania (57), Belgio (51) e Polonia (39). In totale, sono 135.000 malati di Covid trattati negli ospedali di 35 Paesi (su 52), rispetto ai quasi 100.000 della settimana precedente. I Paesi con il maggior aumento registrato sono stati: la Serbia, con ricoveri in aumento del 97%, il Belgio (81%), con un rialzo del 140% di decessi da Covid-19, nella settimana tra il 21 ed il 27 ottobre rispetto alla settimana precedente e con una media di 90 morti al giorno, l’Austria (69%), tornata in lockdown per contenere la pandemia con chiusura totale di ristoranti e hotel, e l’Italia (65%). Anche la Grecia non naviga in buone acque. Il premier Kyriakos Mitsotakis ha annunciato un parziale lockdown nel Paese per combattere la seconda ondata di Covid-19. Da martedì, bar, ristoranti, e altre attività ricreative, resteranno chiusi ad Atene e in altre grandi città. Sarà applicato, inoltre, il coprifuoco notturno: dalla mezzanotte alle ore 5.00 del mattino.

Dobbiamo agire adesso, prima che le unità di terapia intensiva vengano sopraffatte”, ha detto Mitsotakis in un discorso alla Nazione. Non è un blocco totale come la primavera scorsa”, ha precisato. In Italia, si prospetta un lockdown parziale che in Portogallo è già stato deciso. Sarà attivo dal 4 novembre e coinvolgerà il 70% della popolazione. Lo ha annunciato il premier di Lisbona, Antonio Costa, al termine di un Consiglio dei Ministri straordinario dedicato alla crisi sanitaria. “È arrivato il momento in cui è necessario prendere misure più restrittive per avere il controllo su questa pandemia Il premier britannico, Boris Johnson, è passato dal sostenere la tesi dell’immunità di gregge, durante la prima ondata, all’attuazione di un lockdown nazionale. La restrizione, prevista da giovedì 5 novembre al 2 dicembre, a differenza della primavera, non comprende la chiusura di scuole e università”. “Se non agiamo ora” rischiamo di avere “migliaia di morti al giorno” tra alcune settimane, ha detto Johnson in una conferenza stampa evocando in quel caso “un disastro morale” per il servizio sanitario (Nhs) e il Paese. Per sostenere il peso economico del lockdown, il premier inglese ha previsto a novembre, e per tutta la durata del lockdown nazionale, sussidi statali destinati a coprire fino all’80% dei salari delle persone private dei loro redditi. Se l’Europa se la passa male, anche i Paesi d’oltreoceano risentono gravemente della seconda ondata. L’America Latina ha superato la soglia dei 400 mila morti, mentre gli Stati Uniti registrano un nuovo record di contagiati in 24 ore: oltre 94 mila.

di Sergio Lanfranchi