Crisi e giustizia, lettera aperta dell’avvocatura italiana ai partiti: Fate presto!

Mentre la crisi di governo procede con il suo corso, apprendiamo dai quotidiani e dalle analisi dei commentatori che essa rischia di incagliarsi proprio sulla Giustizia, in particolare sulla relazione del guardasigilli, Alfonso Bonafede. Lasciando da parte le valutazioni che ciascuno compirà in cuor suo sulle ragioni di questo o quell’esponente politico, confidando nella saggezza del capo dello Stato e augurandoci come Organismo Congressuale Forense, organo di rappresentanza politica dell’Avvocatura, una rapida soluzione della crisi nell’interesse del paese, ci sentiamo in questo momento di indirizzare questa lettera aperta a tutti i partiti politici. Com’è noto, da tempo l’OCF segnala in tutte le competenti sedi istituzionali ma anche all’opinione pubblica la drammatica situazione della Giustizia Italiana. Come recentemente denunciato, la condizione della macchina giudiziaria del nostro paese ha raggiunto uno dei livelli più critici della storia repubblicana, incapace di dare adeguata risposta alla domanda di Giustizia della società, dei cittadini e delle imprese. Da un lato le ripercussioni della pandemia, dall’altro la delegittimazione della funzione giurisdizionale in Italia stanno provocando un inammissibile impoverimento delle tutele approntate dalla nostra Costituzione. Una crisi di sistema a fronte della quale l’esecutivo non si è mosso con interventi organici, da tempo sollecitati dagli avvocati, ma affrontando l’emergenza giorno per giorno.

Nei mesi scorsi OCF, CNF, Cassa Forense e Unione delle Camere Penali, con una nota congiunta chiedevano un ‘Piano straordinario per la Giustizia’, oggi paralizzata, non accessibile e ostaggio di profonde distorsioni. La crisi politica in atto, evidentemente, inciderà sui tempi necessari, ma può rappresentare l’occasione per ripartire con rinnovata energia a fronte di problemi che non sono più eludibili. Parliamo di separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante – e le recenti affermazioni di certi procuratori della Repubblica rendono evidente l’urgenza di questo intervento –, parliamo di inserimento della figura dell’avvocato in Costituzione; di riforma organica del processo per sveltirne i tempi e ridurre l’arretrato; di ritorno ai principi cardine del diritto in materia di prescrizione; di investimenti concreti rispetto a un’edilizia giudiziaria che cade a pezzi; parliamo, infine, di investimenti rispetto a una giustizia telematica che non può limitarsi alla mera estromissione degli avvocati e dei cittadini dai palazzi di giustizia dietro la scusa dell’emergenza sanitaria. Altrettanti temi che l’OCF ha posto continuamente all’attenzione delle forze politiche nel corso degli ultimi anni, ma che mai sono stati al centro dell’agenda politica se non con misure estemporanee e disorganiche. Oggi, viceversa, la crisi di governo pone nuovamente in piena luce queste necessità, sulle quali gli avvocati italiani vorrebbero che i partiti si impegnassero concretamente o, quantomeno, si pronunciassero apertamente. Fate presto, questo è il nostro appello alla politica, perché affossare e negare la giustizia significa affossare e negare i diritti dei cittadini che la politica dovrebbe rappresentare. Fate presto! E, una volta risolta la crisi, si torni a dialogare di principi e riforme di un settore cruciale per la vita del nostro paese.