Più tutela per famiglie e minori, l’appello dell’Associazione Nazionale Familiaristi Italiani

La tutela dei diritti della famiglia e dei minori sul territorio. È questa la principale finalità dell’Associazione Nazionale Familiaristi Italiani, costituitasi a Roma come associazione di promozione sociale e senza fini di lucro, grazie alla volontà e l’impegno di avvocati, psicologi e mediatori familiari. Numerose sono le attività di cui l’associazione si occupa: dalla consulenza all’assistenza, legale, psicologica, di mediazione, sino alla funzione divulgativa, attraverso pubblicazioni, scritti, seminari, convegni formativi e aggiornativi sul tema della famiglia e su quanto, in termini problematici, si collega ad essa. “La presenza di avvocati e consulenti familiaristi ha l’obiettivo di creare, sul territorio nazionale, un collegamento e un reciproco scambio di competenze professionali fra tutti i soggetti che, a vario titolo, si occupano della famiglia e dei minori.

Inoltre, è previsto uno sportello consulenza per tutti coloro i quali desiderino raccontare le proprie storie, approfondire, studiare, proporre ricerche e materiale sul tema dell’alienazione genitoriale. Infine, la presenza di un centro studi – attraverso il quale tutti i professionisti che si occupano, a vario titolo di famiglia e minori – possono analizzare tutti i fenomeni che riguardano il panorama familiare e minorile”, spiega l’avvocato Carlo Ioppoli, presidente dell’associazione. Uno sguardo particolare viene rivolto ai minori che, soprattutto, a seguito allo scoppio dell’emergenza sanitaria, si sono trasformate in vittime invisibili. Un tema prioritario inerisce proprio alla possibilità di riportare i minori al centro dei programmi delle istituzioni, scolastiche e non. L’ascolto del minore presuppone, però, la presenza attiva, la vicinanza fisica ed emotiva con un adulto esperto che, in questo caso, è rappresentato da avvocati e consulenti familiaristi a cui è delegato anche il compito di interagire e ascoltare. Una intuizione quella dell’avvocato Carlo Ioppoli che potrebbe scardinare determinati meccanismi che ingessano il diritto di famiglia, mettendo alla luce l’aspetto empatico e umano della professione forense.