L’Intervista: Il ponte del mediterraneo con il professore Enzo Siviero

Ho conosciuto il ch.mo professore ing.arch. Enzo Siviero, rettore dell’Università e-Campus, e personalità nota a livello internazionale per i suoi profondi studi sul tema dei ponti e viadotti, in occasione di un prestigioso Premio Letterario e Artistico che aveva avuto luogo a Letojanni, promosso dalla prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo, giornalista e critico d’arte di chiara fama. La circostanza mi ha permesso di fare dono di un mio disegno a penna Bic ‘Messina Storica’, opera che poco tempo prima era stata esposta a Parigi in un Centro Internazionale d’Arte. Al prof. Siviero, successivamente, veniva conferito con pubblico plauso l’attestato di ‘Cittadino Benemerito di PRO MESSINA HONESTA’, in occasione di un incontro a Messina, presso l’Ordine degli Architetti. Il prof. Siviero viene molto spesso invitato a convegni ad alto interesse scientifico tecnico sui Ponti perché – come detto – è una personalità ben nota a livello mondiale. L’occasione dell’incontro mi ha permesso di fargli una intervista sul ‘Ponte del Mediterraneo’. Con lo stile che lo contraddistingue mi rispondeva alle domande.

Professore, Lei ritiene che il ponte a campata unica sia realizzabile a differenza del ponte a tre campate sempre discusso e mai realizzato?

Non vi è alcun dubbio. Il ponte a campata unica è pienamente realizzabile e necessita unicamente del passaggio dal progetto definitivo già approvato al progetto esecutivo con relativi aggiornamenti”.

La realizzazione dell’opera darebbe lavoro alla Regione siciliana e calabrese?

Non solo darebbe lavoro a decine di migliaia di persone, ma farebbe fare un salto di qualità all’intera area dello Stretto per le ricadute economiche turistiche e di immagine di assoluto rilievo mondiale”.

È vero che per la realizzazione della costruzione del ponte potrebbero lavorare circa 170mila persone?

Se valutiamo l’insieme transitorio questo numero è plausibile. A regime, sarebbero meno, ma contiamo sul rilancio economico conseguente alla realizzazione dell’opera il cui valore anche emblematico comunicativo è enorme”.

Professore, pensa che verrebbero per seguire il processo di costruzione gli studenti delle varie Facoltà universitarie di Architettura e di Ingegneria da ogni parte del mondo essendo il ponte a campata unica opera di alta genialità creativa?

Senza dubbio! Il Turismo legato all’Architettura e all’Ingegneria è già molto sviluppato. Ma oltre a questo, tutta la tecnologia costruttiva sarebbe un unicum mondiale e l’avanzamento della ricerca sui ponti di grande luce farebbe un salto epocale”.

Il ponte del Mediterraneo non inciderebbe positivamente sul turismo?

Sicuramente! Come già detto, il ponte del record con i suoi 3.300 metri di luce e le due torri da 400 metri di altezza (eventualmente abitate, come da me ipotizzato da tempo…) sarebbe un’attrattiva mondiale”.

Crede che sia vero su quanto asserisce la SVIMEZ per la situazione economica siciliana?

Le analisi di SVIMEZ sono sempre accurate, ma spesso disattese a livello operativo. Mi sarei aspettato una presa di posizione più netta a favore del ponte a campata unica. Aprire il varco sull’idea (non certo in progetto per il momento) del ponte a tre campate, porta acqua al mulino dei NO PONTE spostando di molti anni il solo inizio dei lavori. Se va bene, avremmo il ponte tra una decina d’anni. Va ricordato che se il Governo Monti non avesse stoppato l’appalto (attenzione, non cancellato il progetto …), il ponte sarebbe percorribile già da due anni, con enormi benefici per l’intero SUD”.

È importante dare alla Sicilia possibilità di realizzare l’alta velocità?

Direi fondamentale! Solo con la velocizzazione dei trasporti si ottiene lo sviluppo. E Calabria e Sicilia senza AV sono destinate a un ulteriore declino”.

È possibile che il ponte a campata unica possa coprire la distanza di 3.300 metri tra la costa siciliana e calabrese? Molti asseriscono che sia impossibile, a suo giudizio perché?

Purtroppo, la gente è disinformata! Vengono riproposte obiezioni e criticità in parte presenti nel progetto preliminare. Peraltro, esso stesso approvato con raccomandazioni e, successivamente, mandato in gara internazionale, vinta – come è noto – dal Consorzio Eurolink, che ha, poi, redatto il definitivo e iniziato i lavori. Ripeto, il ponte è fattibile senza se e senza ma. Chi afferma il contrario mente sapendo di mentire. Chi parla dovrebbe documentarsi a dovere prima di affermare il falso”.

Che ne pensa a proposito delle spese che occorrerebbero per la realizzazione a campata unica?

Se ci riferiamo ai soli lavori, parliamo di 4-5miliardi di euro (cui vanno aggiunte le cosiddette somme a disposizione) per l’intero complesso di opere inclusi gli interventi complementari su Messina, Villa San Giovanni e Reggio”.

Molti si chiedono perché spendere per il ponte anziché provvedere a creare le giuste infrastrutture mancanti a Messina e nel suo comprensorio, creando così vantaggi possibilmente estesi a tutta l’Isola?

Con il ‘benaltrismo’ non si va da nessuna parte. Oggi, saremmo nella condizione di fare tutto o quasi. Del resto, è noto da sempre che sono le grandi opere a trascinare le piccole. E, poi, Monti ha sottratto 2miliardi al ponte (il resto era a carico del genera contractor) e li ha spostati al nord! Nulla è rimasto al sud! Questo dovrebbe far riflettere molti!”.

La realizzazione del ponte del Mediterraneo potrebbe forse fare in modo che il Sud si avvicinasse all’Europa e ai Paesi del Mediterraneo? È vero tutto ciò e perché?

Che la proiezione futura dell’Europa verso l’Africa sia necessaria, a breve, è un dato di fatto! L’Italia è il molo sul Mediterraneo. Senza ponte manca la continuità territoriale, peraltro sancita dall’Europa stessa e, nei fatti, impedita senza una vera motivazione tecnic- economica. In definitiva, i pregiudizi ideologici e la lobby dei NO PONTE hanno avuto la meglio contro ogni evidenza socio-economica e geostrategica, condannando, così, il Sud alla marginalità e, con esso, l’Intera Italia. Del resto, io stesso, in uno slancio di ingegneria visionaria (ma non troppo), ho ipotizzato un collegamento stabile tra la Sicilia e la Tunisia, sulla falsariga di uno studio dell’ENEA commissionato dalla Regione Sicilia come collegamento ferroviario. Strano a dirsi, nessuno, salvo il sottoscritto, lo ha riproposto. Nei prossimi decenni, l’Africa raddoppierà la popolazione ed è, quindi, evidente che il mercato del futuro sarà lì, con la Sicilia porta d’Europa e la Tunisia porta d’Africa. Due piattaforme logistiche di valenza mondiale. E, allora, perché negare il ponte del Mediterraneo? Miopia politica e interessi di bassa bottega! Una fine ingloriosa che di certo la Sicilia non merita!”.

di Domenico Venuti