L’accesso alle prestazioni sanitarie è un diritto che deve essere garantito dal SSN (Servizio Sanitario Nazionale) a tutti i cittadini e importanti in questo devono essere sicuramente i tempi di attesa che siano più brevi possibili e adeguati alle necessità patologiche, cliniche dei pazienti. Lunghe liste di attesa, specialmente in situazioni cliniche incerte, possono compromettere l’inquadramento diagnostico, la celerità nel cominciare determinate e appropriate terapie e, quindi, influenzare negativamente il decorso di eventuali patologie. Oggi, ci sono tempi di attesa interminabili. Una ragazza ci ha riferito che sua nonna – qui a Messina – è andata per prenotare per lei una visita oculistica che le è stata fissata a novembre, ma la cosa assurda è che la signora ha 84 anni e per ‘novembre’ non si intende dell’anno 2023, ma del 2024! Per il presidente della TDICE (Tutela dei Diritti Imprese e Cittadini Europei), dott. Francesco Previte, è il momento di dire basta alle liste di attesa dove c’è tanto da rivedere. Per questo gli chiediamo cosa può avere contribuito a determinare questa situazione così anomala: “Sono uno che ha fatto la sua trafila, non ho mai chiesto niente a nessuno e ho fatto tanto volontariato. Le liste di attesa nascono non da ora, né oggi col Covid perché il Covid è un alibi che sta coprendo – secondo me – spese pazze, non rendicontate a nessuno, che stanno creando ulteriori problemi alla Sanità perché non è vero che le liste di attesa sono aumentate per il Covid… No, assolutamente… Le liste di attesa esistono da quarant’anni e secondo me le liste di attesa nascono proprio per alimentare, eventualmente, visite private e quant’altro”.
Si sente dire che manca il personale medico
“C’è una verità in tutta questa storia – continua Francesco Previte – ed è che manca il personale medico e questo effettivamente è vero, però è anche vero che un Assessorato regionale, che eroga 38 milioni di euro per tutta la Sicilia 2020-21, che eroga circa nove milioni di euro per ogni provincia per alimentare l’abbattimento delle liste di attesa e non si fa nulla, e poi per il post Covid 2022 l’Assessorato regionale ha erogato circa cinque/sei mesi fa altri 8-9 milioni circa, ovvero 5 milioni all’ASP5, 1 milione e 850 al Policlinico e altrettanto all’IRCS e al Papardo, per un totale di nove milioni circa per l’abbattimento post-Covid che non c’entra nulla perché sono 80 euro lordi l’ora per i medici volenterosi che vogliono abbattere le liste di attesa… 80 euro l’ora che è assai”.
Qualche soluzione per migliorare questo importante aspetto sanitario?
“Una contromisura potrebbe essere che con questi soldi, visto che mancano i medici, si potrebbe incrementare l’attività intraziendale ospedaliera facendo degli straordinari e, ancora, che le aziende ospedaliere di secondo livello non devono fare accertamenti di base ovvero elettrocardiogrammi, visite oculistiche, visite cardiologiche, rx del torace, del piede, perché ci sono strutture accreditate, convenzionate e, quindi, sotto il controllo del Sistema Sanitario Regionale. Perché non dare, allora, questi soldi che hanno e che non vengono utilizzati a queste strutture private, cliniche private, poliambulatori privati, specialisti convenzionati col Sistema Sanitario? Non è dare lavoro per il privato… non è spostare dal pubblico al privato, perché bisogna sapere che il Servizio paga il privato convenzionato quanto paga il pubblico, anzi la visita cardiologica che si paga in una struttura pubblica costa di più di quando si paga al privato. Questo fatto di spostare il lavoro dalla struttura ospedaliera al privato convenzionato decongestionerebbe il lavoro interno e i pazienti interni verrebbero assistiti meglio e con più celerità. Se uno si ricovera e deve fare una Tac interna, invece di starci dieci giorni in tre giorni viene fatta la diagnosi. Si tratterebbe, quindi, di un maggiore smistamento delle visite per decongestionare gli ospedali e i Pronto Soccorso. Esattamente, l’ASP5 deve tutelare il territorio, in ospedale si deve andare per fare i grossi interventi, patologie gravi, urgenze immediate, infarti, trombosi, ictus, cose di un certo livello e di alta specializzazione, mentre i pap-test, la prevenzione primaria spetta all’ASP5. L’ASP5 se non ce la fa, aumenta le ore specialistiche… i soldi ci sono… voglio sapere dove vanno a finire i soldi erogati dalla Regione Sicilia, perché il 65% del Bilancio Regionale è per la Sanità cioè su 100 euro ne spendiamo 65 per la Sanità. Desidero la rendicontazione di questi soldi e quante liste di attesa hanno abbattuto. Se si hanno prenotazioni in oculistica nel 2024 allora non stanno abbattendo nulla”.
E l’intramoenia?
“Un altro discorso è l’intramoenia, l’intramoenia va fatto con un regolamento ben preciso. È prevista una legge ed è legittimo applicarla, non si discute sulla normativa, ma su come si applica. Il medico che fa intramoenia deve fare che il 50 % delle visite (che fa di pomeriggio) deve farle pure di mattina col servizio pubblico… se non c’è questa proporzione non può fare intramoenia… invece, si fa tutto intramoenia a pagamento. E il servizio pubblico? Chi lo controlla? Le aziende devono fare il controllo dei flussi e vedere quante visite vengono fatte di pomeriggio e di mattina. L’assurdità dell’intramoenia – secondo me – (e il legislatore deve intervenire) è che il 50% dei soldi che il paziente paga per una visita intramoenia vanno all’Azienda, quindi, io cittadino italiano, che devo godere dell’Assistenza Sanitaria gratuita, perlomeno nella giusta misura che devo pagare il ticket e quant’altro, devo pure devolvere, oltre il 50% al professionista, il 50% all’Azienda che mi doveva fare quella visita gratuitamente, la paghiamo quindi due volte…. paghiamo la Sanità con tutti i nostri contributi e tasse etc… poi alla fine, devo dare il 50% di quello che il medico percepisce attraverso la vista intramoenia all’Azienda”.
Altre soluzioni che migliorino il forte disagio causato dalle liste di attesa?
“Infine, bisogna anche abbattere il budget annuale a quelle strutture convenzionate accreditate, sotto il controllo della Regione Sicilia, perché a settembre/ottobre di solito finisce e non possono più prenotare col Servizio Sanitario… possono fare solo attività a pagamento. C’è anche qualcuno che continua a erogare in regime convenzionato, pur rimettendoci soldi per garantire le prestazioni, con la speranza che l’anno successivo gli venga aumentato il budget. Quindi, questi soldi… questi 5 milioni di euro che incassa l’ASP, che non si sa che fine fanno, vengano distribuiti a queste strutture, perché quando a queste strutture finisce il budget non rimane che postergare le prenotazioni a date anche molto lontane e si ingolfa tutto e si ingolfa, principalmente, il settore pubblico”.
E ancora il dott. Francesco Previte conclude dicendo che: “…per chi ha una urgenza patologica indifferibile, l’Azienda (Policlinico, ASP, Papardo, etc..), è obbligata per legge – DPR 125 – a eseguire esami intramoenia di pomeriggio gratuitamente o pagando il ticket secondo la convenzione. Bisogna attrezzarsi per garantire l’assistenza e ricorrere anche a strutture accreditate convenzionate, perché la spesa non aumenta e, aumentando il loro budget, queste possano garantire visite, medicazioni, raggi e risonanze per tutto l’anno. L’Associazione resta a disposizione per ogni costruttivo confronto”.
di Antonio Morreale