I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 8 persone accusate di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Il blitz – coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca – è la prosecuzione di una inchiesta del Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno che aveva portato in cella 19 persone, tra cui Filippo Bisconti – poi, divenuto collaboratore di giustizia – e Salvatore Sciarabba, ritenuti co-reggenti della cosca, Vincenzo Sucato, reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri, recentemente morto in carcere per Covid, e Stefano Polizzi, reggente della famiglia mafiosa di Bolognetta. L’indagine è andata avanti accertando il ruolo nel clan di Stefano Polizzi e Domenico Nocilla. Quest’ultimo, insieme al figlio Claudio, secondo le indagini faceva da autista a Sciarabba, che accompagnava in auto nei luoghi in cui il clan organizzava i summit.
Volevano fare una lista civica con i nomi ‘giusti’ per eleggere un sindaco di loro fiducia. Non si fidavano più dei partiti e dei politici locali e volevano eleggere un primo cittadino a loro vicino. Era il progetto dei boss di Misilmeri intercettato dai Carabinieri. La lista amica avrebbe dovuto partecipare alle elezioni e soltanto un blitz, nel 2018, impedì ai mafiosi di fare candidare i loro amici. Il Comune di Misilmeri è stato sciolto tre volte per infiltrazioni mafiose. “Voglio fare una bella lista civica, senza partito – diceva il boss Nocilla –, una lista con i ‘cristiani’ giusti, se no non fai niente”. “Se non c’è una candidatura giusta – si sfogavano – noialtri restiamo sempre fuori da tutte le parti”. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Gaspare Spedale e Bruno Brucoli hanno registrato in diretta i summit della ‘famiglia’. In uno di questi, tre anni fa si parlava di politica. Con uno sguardo proprio al 2020. “Nonostante i colpi inferti, la struttura criminale continua a mostrare grandi capacità di rigenerazione e tenta ancora una volta di controllare il territorio con varie attività, sia nel campo economico che in quello delle infiltrazioni nelle amministrazioni comunali”, commenta il comandante provinciale dell’Arma, Guarino. “Noi abbiamo un amico in comune – diceva Nocilla – si chiama Nino… Nino Calandrino… da tempo che glielo dico, Nino candidati…”.