Nella mattinata di venerdì 18 u.s., la Squadra Mobile della Questura di Messina ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare in carcere – richiesta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina – nei confronti di uno straniero da tempo residente in città, ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia. Tutto ha avuto inizio nel mese di agosto del 2020, quando la Polizia è intervenuta per una segnalazione di lite in famiglia presso l’abitazione in cui l’uomo conviveva con la moglie e i figlioletti di 6, 4 e 2 anni. In tale occasione, la donna ha raccontato ai poliziotti di essere da tempo vittima delle angherie del marito, riferendo che questi era solito maltrattarla anche in presenza dei figli minori, impedendole anche di uscire di casa, controllandone gli spostamenti, insultandola e minacciandola anche di morte. Nel successivo mese di settembre, la donna si è presentata presso gli Uffici della Squadra Mobile perché il marito aveva deciso, arbitrariamente e senza dirle nulla, di portare due dei loro tre figli con sé in Nord Africa, suo paese di origine. Una domenica mattina, infatti, aveva accompagnato i figli dal marito per far trascorrere loro una giornata insieme, ma dopo qualche ora l’uomo ha riconsegnato alla donna solo il figlio più piccolo, dicendole che gli altri due sarebbero rimasti con lui fino al giorno successivo.
Tuttavia, il giorno seguente, la donna ha ricevuto dei videomessaggi che riprendevano i figli a bordo di un aereo e il padre le ha comunicato che li avrebbe portati con sé in Africa e che sarebbe tornato a prendersi anche l’altro bimbo. La Squadra Mobile di Messina – con il coordinamento della Procura peloritana – ha, quindi, avviato una serratissima attività di riscontro alle dichiarazioni della donna e di altri testimoni e l’Ufficio gip del Tribunale di Messina ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo. La misura è rimasta da eseguire fino al 18 giugno, quando l’uomo e i due figlioletti hanno fatto rientro in Italia. Nelle attività di rintraccio e cattura dell’uomo sono risultati fondamentali il tempismo, la circolarità e la condivisione delle informazioni tra autorità giudiziaria e Polizia di Stato, anche in ambito internazionale, l’esistenza di protocolli operativi per i casi di sottrazione internazionale di minorenni e le segnalazioni dei collaterali organi investigativi stranieri e dello S.C.I.P. circa gli intenti dell’uomo di fare rientro in Italia. I bimbi, che stanno bene, sono stati affidati alla madre.