A conclusione di specifici controlli, volti al contrasto dell’indebita percezione del ‘Reddito di Cittadinanza’, nel capoluogo e in tutta la Provincia, i carabinieri del Comando Provinciale di Messina, con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Messina, hanno denunciato in stato di libertà 102 persone ritenute responsabili di aver percepito indebitamente il sopracitato assegno statale. Inoltre, hanno attivato presso l’INPS, ente che eroga il beneficio, le procedure per la sospensione e l’eventuale revoca del sussidio, attivando le specifiche verifiche sui pagamenti in favore dagli indagati di somme pari ad oltre 624.000 euro già versate dall’INPS. In particolare, sono al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, diretta dal procuratore, dott. Maurizio De Lucia, le posizioni di 62 persone, 32 uomini e 30 donne, mentre 19 persone, 14 uomini e 5 donne, sono state segnalate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), diretta dal procuratore dott. Emanuele Crescenti e 21 soggetti, 15 uomini e 6 donne, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti (ME), diretta dal procuratore dott. Angelo Vittorio Cavallo. La normativa di legge sul Reddito di Cittadinanza prevede che i richiedenti, al momento della presentazione della documentazione, sono, comunque, obbligati a comunicare all’INPS l’eventuale presenza di cause impeditive oppure, dopo l’erogazione del sussidio, a comunicare sopraggiunte cause ostative, come le misure cautelari coercitive personali o variazioni della propria condizione economica che modifichino i presupposti necessari per la concessione del beneficio.
All’esito degli accertamenti svolti: I carabinieri della Compagnia Messina Centro hanno denunciato 11 uomini, di età compresa tra i 26 e i 71 anni, di cui uno di nazionalità marocchina e uno originario dello Sri Lanka, i quali, pur essendo tutti sottoposti a misure cautelari personali nell’ambito di procedimenti penali avviati nei loro confronti per altri reati, avevano omesso di darne comunicazione all’INPS, continuando, di fatto, a percepire il Reddito di Cittadinanza ancorché avessero perso i requisiti. Analoga denuncia è stata avanzata nei confronti di 19 donne che, invece, avevano omesso di comunicare la sottoposizione a misura cautelare di uno dei componenti del nucleo familiare, evitando di fatto la riduzione dell’ammontare del contributo economico prevista in tale circostanza.
I carabinieri della Compagnia Messina Sud hanno denunciato, nel complesso, 12 persone: due uomini e una donna residenti in città, un uomo di Roccalumera, 4 soggetti di Alì Terme, due individui di Scaletta Zanclea e un soggetto abitante in Fiumedinisi che avevano tutti omesso di comunicare all’INPS, ente erogatore, le sopravvenute misure cautelari emesse a loro carico. Una 42enne, abitante nella zona sud del Capoluogo, è stata, invece, deferita per aver omesso di comunicare la sottoposizione a misura cautelare di uno dei componenti del nucleo familiare, evitando di fatto la prevista riduzione dell’ammontare del contributo economico.
I carabinieri della Compagnia di Taormina hanno denunciato complessivamente 20 persone. Quattro denunciati si trovavano agli arresti domiciliari e altri sei, pur essendo sottoposti a misure cautelari personali nell’ambito di procedimenti penali avviati nei loro confronti per altri reati, avevano omesso di darne comunicazione all’INPS, continuando di fatto a percepire il Reddito di Cittadinanza pur senza averne i requisiti. Altri due, invece, avevano omesso di comunicare la sottoposizione a misura cautelare di uno dei componenti del nucleo familiare, evitando di fatto la riduzione dell’ammontare del contributo economico prevista dalla vigente disposizione. Sei degli indagati, invece, avrebbero dichiarato falsamente di risiedere in Italia da almeno 10 anni. Altri due, infine, avevano reso false dichiarazioni sul numero dei membri del nucleo familiare, percependo, pertanto, un contributo economico superiore rispetto a quello spettante.
I carabinieri della Compagnia di Milazzo hanno deferito, complessivamente, 14 persone: 9 uomini e 5 donne: 3 soggetti residenti in Torregrotta, 2 uomini in Pace del Mela, altri due individui nell’Isola di Lipari, una persona a Rometta Marea e una in San Pier Niceto sono stati tutti denunciati per aver omesso di comunicare l’applicazione nei loro confronti di una misura cautelare. Nel centro mamertino, in Spadafora, in Rometta Marea e in San Filippo del Mela sono state deferite 5 donne conviventi con persone sottoposte a provvedimento cautelare.
I carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, nel corso delle verifiche, hanno accertato che 5 uomini, tutti residenti in Furnari, di cui un extracomunitario di nazionalità marocchina, non avevano comunicato all’INPS, ente erogatore, le sopravenute misure cautelari emesse a loro carico, continuando di fatto a percepire il Reddito di Cittadinanza pur avendone perso i requisiti.
I carabinieri della Compagnia di Patti hanno denunciato 5 uomini con precedenti di polizia, di età compresa tra i 22 e i 67 anni. In Gioiosa Marea, quattro soggetti sono stati denunciati per aver omesso di comunicare la loro sottoposizione a una misura cautelare personale all’atto della presentazione dell’istanza per la fruizione del predetto beneficio mentre in Santa Domenica Vittoria, all’esito di specifici accertamenti, i carabinieri hanno deferito, in stato di libertà, un soggetto con precedenti di Polizia, poiché quale percettore di Reddito di Cittadinanza, avendo ottenuto un compenso da lavoro da lui svolto nei mesi di marzo e aprile 2021, aveva omesso di comunicare al competente ufficio INPS la variazione del proprio reddito, continuando a percepire interamente il citato contributo.
I carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello hanno segnalato 15 persone, di età compresa tra i 27 e i 67 anni, percettori del Reddito di Cittadinanza senza averne titolo. L’attività ispettiva ha evidenziato l’omessa comunicazione da parte dei soggetti beneficiari. In particolare, in cinque casi, i beneficiari omettevano di comunicare le condizioni di alcuni dei propri congiunti conviventi sottoposti a misure cautelari personali, mentre cinque soggetti omettevano di comunicare le proprie condizioni di sottoposti a misura cautelare degli arresti domiciliari o dell’obbligo di dimora. Altri tre soggetti omettevano di comunicare la loro posizione di sottoposti a misura cautelare personale dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa. In ultimo, due soggetti omettevano di comunicare l’appartenenza al medesimo nucleo familiare.
I carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra, a San Fratello, hanno deferito 3 persone: un 45enne e un 35enne, entrambi sottoposti a misure restrittive della libertà personale che avevano omesso di comunicare all’INPS il loro stato detentivo, mentre invece una donna di 32anni, risultata convivente con persona sottoposta a misura cautelare detentiva, è stata denunciata per aver omesso di comunicare all’INPS i sopravvenuti motivi ostativi alla percezione del beneficio economico.
I carabinieri della Compagnia di Mistretta hanno accertato che un 31enne di Mistretta e un 51enne di Capizzi avevano omesso di comunicare all’INPS, ente erogatore, le sopravenute misure cautelari emerse a loro carico, attivando contestualmente le procedure, tramite l’INPS, per la revoca del sussidio.