L’abbraccio virtuale nel segno della pandemia è stato dato domenica scorsa a san Nicola, nella chiesa madre di Caronia, con una solenne funzione religiosa e pochi fedeli, per evitare assembramenti, dopo il triduo inserito nella novena dell’Immacolata Concezione, altra solennità religiosa importante per la Chiesa, che sarà festeggiata martedì prossimo e che apre le porte alle festività natalizie. A san Nicolò di Bari, infatti, i caronesi hanno dedicato la chiesa madre, costruita nella seconda metà del XII secolo, ricostruita e ingrandita intorno ai secoli XVI-XVIII, grazie al lavoro degli arcipreti dell’epoca. Interessanti sono state le notizie storiche sul santo, vescovo di Myra, attuale Turchia e uno di quelli più venerati da cristiani, ortodossi e protestanti, tanto da rappresentare un segno di unità nella Chiesa, simbolo di pace e riconciliazione tra gli uomini, che il parroco, don Carmelo Scalisi, prima della celebrazione eucaristica, introdotta dall’ inno musicato e cantato in suo onore, ha fornito ai fedeli. La festa di san Nicola è una delle feste patronali più recenti di Caronia, ebbe inizio, infatti, circa sette anni addietro, e, in passato, appunto, era caratterizzata, dalla distribuzione ai fedeli della ‘manna’ del santo durante la celebrazione eucaristica che si concludeva con la processione per le vie cittadine, accompagnata dall’Associazione bandistica musicale San Nicola. Non sono mancati, da parte del parroco, le esortazioni a vivere il periodo di preparazione al Natale, già iniziato domenica scorsa con la prima domenica di Avvento all’insegna della preghiera, dell’impegno e della gioia nell’attesa, pur nel difficile momento di emergenza sanitaria. Ancora da ricordare che san Nicola è famoso perché ha fatto nascere il Santo Claus, conosciuto da tutti come Babbo Natale per la gioia di grandi e piccini.
di Santina Folisi