Santo Stefano di Camastra – Incontro sinodale nella Sala di Palazzo Trabia

Si è svolto, lunedì scorso, nella prestigiosa Sala di Palazzo Trabia, di Santo Stefano di Camastra (Messina), l’incontro sinodale del vicariato foraneo che comprende le parrocchie di Santo Stefano di Camastra, Caronia, Pettineo, Tusa, Motta D’Affermo, Mistretta, Capizzi, Castel di Lucio e Reitano, presieduto dal vescovo di Patti, mons. Guglielmo Giombanco, coordinato da don Enzo Smeriglio e don Franco Vaccaro. L’incontro, a seguito delle indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana per il Sinodo, voluto da papa Francesco, ha attivato, nei molti partecipanti, dei processi importanti per vivere la sinodalità come stile di cammino della comunità ecclesiale, con uno sguardo nuovo, offrendo il proprio contributo, orientato non alla solidarietà, ma all’unità esistenziale nello Spirito Santo – come ha detto il vescovo – camminando lungo la strada già tracciata per ciascuno, nella libertà e nella verità. “L’esperienza sinodale – ha detto don Enzo – è un’esperienza nuova che si caratterizza per le dimensioni, l’ascolto, la condivisione nella comunità parrocchiale, non lasciandosi bloccare dalle difficoltà e vivendo lo stile della bellezza che offre il faticoso, ma arricchente cammino sinodale”. Don Franco, nel ringraziare il vescovo per avere raggiunto ‘quelli della periferia’, riferendosi alle parrocchie del vicariato, ha manifestato la sua gioia per la scelta provvidenziale dell’incontro che coincide con il giorno del ricordo di importanti momenti passati. Poi, i referenti di ciascuna parrocchia hanno presentato le loro relazioni, che saranno inviate al Coordinamento Nazionale, con le risultanze delle testimonianze di ascolto vissute nel gruppo sinodale di ciascuna parrocchia, esternando le difficoltà, ancora esistenti, della pandemia e dei numerosi contagi che interessano le comunità e che hanno influito su tutte le relazioni di vita ecclesiale e sociale.

Ancora, hanno relazionato sulle attività svolte e sui propositi, sulle modalità nuove per riprendere i contatti, in particolare, l’aprirsi all’ascolto e al dialogo rispettoso, favorendo il confronto, dove ciascuno può esprimere le proprie idee e le condivide con gli altri, il prendendosi cura dei giovani, dei bisognosi, degli anziani per costruire una chiesa-famiglia e camminare insieme. Nel concludere, poi, il vescovo, ha citato la frase di papa Giovanni XXIII a proposito dell’opera grandiosa del Concilio, quando nell’intraprendere l’annuncio del cambiamento affermò di “aprire le finestre per fare entrare aria fresca” e, dunque, esortando tutti a cercare la fede che “si incontra là dove noi non pensiamo di incontrarla”, camminare insieme verso un cambiamento graduale e aperto dove si possono tracciare nuove strade, con la fede cristiana che vuole piccoli gesti. In effetti, l’opportunità sinodale segna il tempo di un’epoca di cambiamento aperta all’ascolto dello spirito e della preghiera che interessa tutti, uno stile necessario che coinvolge le scelte della diocesi, delle comunità parrocchiali, dei gruppi, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali.

di Santina Folisi