Incontrare il sacro al Santuario di Tindari

Un affascinante viaggio per incontrare il sacro è stato il pellegrinaggio guidato dal vescovo di Patti, s.e. mons. Guglielmo Giombanco, svoltosi, venerdì scorso, a partire dalle ore 19.00, dal Parco San Giovanni Paolo II e fino alla Basilica del Santuario, partecipato da tantissimi fedeli, presbiteri, consacrati, giovani, famiglie, UNITALSI-locale sottosezione, provenienti da ogni parte della Diocesi di Patti. L’iniziativa si è svolta con un percorso sulle proprie gambe per qualche chilometro, portando la Santa Croce e recitando i misteri della luce del santo rosario, solcati da varie testimonianze di fede, in una atmosfera di profonda devozione, unita a immagini di grande bellezza naturale, che hanno regalato sensazioni uniche in chi le ha vissute. “Ci siamo dati appuntamento al Santuario di Tindari, la casa che accoglie tutti noi e dopo un cammino accorato verso la Vergine Santa e suo figlio Gesù, invochiamo aiuto e protezione”, ha detto il vescovo, s.e. mons. Guglielmo Giombanco, nell’omelia che ha tenuto durante la celebrazione eucaristica da lui presieduta, invitando tutti a procedere con Gesù e dopo i primi passi mossi insieme nel cammino sinodale, ha esortato di affidarsi a Maria, nella ripresa sociale.

Ancora, mons. Giombanco ha commentato il bellissimo brano del Vangelo di Giovanni, che contiene l’insegnamento del vivere quotidiano in semplicità, sulle nozze di Cana, spiegando, in particolare, il disagio che stava per spegnere la gioia in una coppia di sposi perché viene a mancare il vino e Maria, premurosa, accorgendosi dei bisogni degli altri, indica agli invitati di fare ciò che il figlio dirà e, così l’acqua, misteriosamente benedetta, diventa vino nuovo, segno di una fede rinnovata. “Il nostro cammino – ha continuato il prelato – ci deve condurre alla fede con impegno nei luoghi della comunità e come Maria accrescere il desiderio di incontrare Cristo, più si crede nella persona di Cristo, più si riconosce, più si vedrà il volto di Cristo nei nostri fratelli e sorelle”. Chiedere, infine, a Maria Santissima “di accoglierci, di difenderci di farci diventare bravi discepoli aprendoci la strada di una chiesa unita che crede in lei, ci prenda per mano e sussurri nel nostro cuore, fate quello che mio figlio vi dirà”, lei che ha il legame speciale con il figlio cioè sono una cosa sola, come una cosa sola sono il Signore e la Chiesa.

di Santina Folisi