Grandi festeggiamenti, venerdì scorso, a Caronia per la solennità di san Biagio, vescovo e martire, patrono e protettore della cittadina che, dopo le restrizioni passate dovute alla pandemia, riprende i riti interrotti e si veste di novità tradizionali. Un periodo di nove giorni ha caratterizzato la preparazione alla festa, in cui la comunità ha vissuto nella gioia e nella preghiera e, nel giorno della Candelora, la presenza di allegri bambini del catechismo diventati ‘piccoli portatori di vara’, con alle spalle l’esperienza delle reliquie, ha consegnato un’aggiunta alla tradizione religiosa quale segno di trasmissione di comportamenti religiosi del luogo ai propri figli. Infatti, i piccoli hanno sfilato in processione dalla Chiesa San Nicolò di Bari a quella di San Biagio, portando a spalla la varetta con la piccola statua del santo, appositamente costruita dalla Procura – festa locale assieme al parroco che, invece, portava il braccio reliquiario del santo e altra sacra reliquia, con al seguito tanti fedeli. Intensa ed emozionante la giornata di festa, sebbene nell’intimità locale (tipica nei festeggiamenti che si svolgono a febbraio), mentre più esteriori in quelli che hanno luogo nella seconda domenica di agosto, quando la cittadina accoglie i tanti caronesi sparsi nel mondo, turisti e vacanzieri, che ha richiamato molta gente stringersi al patrono, chiedendo per sua intercessione, le grazie spirituali, di fede, di salute e le altre concessioni per i bisogni del vivere quotidiano.
Nelle solenni e sante messe della giornata, in quella delle ore 9.00, officiata dal parroco, don Carmelo Scalisi, è stato ribadito che “il centro della vita cristiana è Gesù” e che i santi sono stati coloro che hanno seguito e testimoniato il Signore; sono state benedette ‘i cudduri’, fatte di pane e di mandorle, un rito antico di devozione, offerti al santo dai devoti e dalla Procura-feste, distribuiti, poi, a tutti e impartita la benedizione della gola. A presiedere l’altra eucaristia delle ore 11.00, il vice parroco, don Giuseppe Agnello, e poi anche quella conclusiva e tanto attesa delle 16.30, curate dal maestro Salvatore Folisi. Infatti, in questa, la partecipazione delle autorità civili e militari del luogo, e la profonda omelia del vice parroco che si è soffermato sulla memoria di san Biagio, ricordando la sua vita e il suo martirio, e l’amore che incarna la parola di Dio. Subito dopo, si è snodata la partecipata processione per le suggestive vie e viuzze della cittadina, accompagnata dalla banda dell’Associazione Nino Merlino, e da soste di preghiera e di spettacolo per i giochi pirotecnici offerti nella Piazza Caronesi nel mondo e il ritorno in Chiesa San Biagio per la benedizione finale e per quanti non l’avessero ricevuta nelle diverse celebrazioni, ancora la benedizione della gola.