“È necessario analizzare in modo serio la situazione della sanità eoliana e, in particolare, dell’ospedale di Lipari una volta per tutte, essendo ormai sotto gli occhi di tutti il fatto che le istituzioni pubbliche, da sole, difficilmente potranno risolvere tutte le problematiche esistenti. Bisogna invece, pensare alla possibilità di stravolgere il paradigma e coinvolgere importanti realtà private, che possano investire in servizi sanitari essenziali, ma anche di eccellenza, attirando anche persone da fuori sull’Isola, potenziando e destagionalizzando, allo stesso tempo, la tipologia di accoglienza per coinvolgere un nuovo tipo di turismo, quello ‘sanitario’”. A dirlo Salvatore Merlino, responsabile provinciale per le Infrastrutture, i Trasporti e le Isole Eolie della Democrazia Cristiana, e candidato alle prossime elezioni regionali di Novembre. “L’ospedale di Lipari – prosegue Merlino – è, ormai da anni, al centro di giuste proteste e critiche da parte dei residenti e di tutti gli altri eoliani, che chiedono il ripristino dei servizi sanitari essenziali, come il punto nascita, l’emergenza urgenza e altre unità operative che garantiscano interventi di routine, evitando i viaggi della speranza in elicottero. Tutti questi appelli, tuttavia, sono rimasti, ad oggi, senza risposte.
Nonostante numerosi disservizi e anche alcuni decessi, la politica di tutti gli schieramenti, a parte le consuete passerelle, sembra non considerare in modo adeguato la gravità delle problematiche che vivono gli eoliani. Bisogna sicuramente cambiare mentalità, non considerare come intoccabile la rete sanitaria regionale, ripristinando servizi fondamentali, considerando le difficoltà dei trasporti e dei conseguenti spostamenti, ma anche il diritto di continuare a poter nascere nella propria terra e non essere obbligati a farlo in altri comuni”. “Negli anni – continua Merlino –, comitati e singoli cittadini hanno sollevato l’argomento nelle sedi opportune, ma con scarso riscontro se non a parole a cui sino ad oggi non sono seguiti fatti concreti, non solo sul punto nascita, ma soprattutto sulla mancanza di personale medico e sulla precarietà delle attività sanitarie offerte anche in reparti in cui occorrerebbe dare veramente aiuto ai pazienti non costringendoli ad andare in altri ospedali anche per portare i campioni di analisi. Situazione precaria anche quella dei collegamenti legati al soccorso sanitario, perché l’elisoccorso (dato in gestione a privati) c’è, costa una follia, non sempre è disponibile e se le condizioni meteo sono avverse non si può utilizzare. Nel PNRR, molte risorse sono per la salute; nel totale, sono stati assegnati nella Missione Salute circa 10 miliardi che saranno dedicati alla prossimità, al digitale, alla tele assistenza; fondi utili per migliorare l’offerta sanitaria anche alle Isole. La pandemia ha sfidato ciascuna sanità regionale; in primo luogo sulla territorialità dell’offerta, mettendo in luce qualche punto di forza, ma in generale segnalando la necessità di valutare un complesso degli interventi volti a migliorare nel tempo l’adeguatezza operativa di un sistema mediante opportuni investimenti. Diversi sono, quindi, gli elementi adatti per avere un Servizio sanitario più vicino ai cittadini”.
“La nuova riorganizzazione della rete sanitaria, sfruttando il PNRR – conclude Merlino –, potrebbe far nascere un Poliambulatorio d’eccellenza a Lipari per le Eolie, anche con il coinvolgimento di Fondazioni e di privati, oltre l’assistenza della sanità pubblica, per sopperire ai servizi che non possono essere garantiti solo da quest’ultima. Si potrebbe tentare di creare un Centro di eccellenza dove venga curata l’emergenza urgenza, ricreati i punti nascita e altre specialità chirurgiche necessarie per salvare vite umane. Per sopperire alla carenza di fondi pubblici, si dovrà tentare di integrare il budget con donazioni di Fondazioni private che, tuttavia, potrebbero avere un loro ritorno economico offrendo anche interventi di eccellenza in alcuni settori e altri tipi di servizi come l’accoglienza, la ristorazione o altre attività turistiche, tutte quelle attività indotte. Bisogna, quindi, capovolgere la situazione; non devono essere gli isolani ad andare via per curarsi, ma persone da fuori a venire alle Isole Eolie per alcune eccellenze in ambito sanitario, per curarsi e, allo stesso tempo, usufruire di alcuni servizi turistici e ricettivi a prezzi calmierati”.