Fornire un quadro innovativo di servizi tecnologici al servizio degli anziani, agevolando la loro autonomia, consentendo loro di evitare ricoveri non necessari e permettendo, così, loro di permanere nei luoghi di origine evitando di rompere i legami con le famiglie. Questi gli obiettivi ormai in fase di testazione finale del progetto NATIFLife, finalizzato a offrire agli utenti una rete di cosiddette ‘tecnologie assistive’ per una vita indipendente e funzionale che concorra a una logica di invecchiamento attivo. Un progetto all’avanguardia sul piano internazionale, concepito grazie alla cooperazione strategica transfrontaliera tra istituzioni italiane e maltesi, finalizzato ad affrontare la sfida dell’invecchiamento attivo grazie alla proficua collaborazione tra imprese, centri di ricerca, istituzioni e utenti, portatrici di competenze complementari. Azienda in prima linea nel progetto, estremamente innovativo per il settore del welfare per gli anziani, VITECO, società specializzata in soluzioni e-learningdel cluster di aziende JO Group, con sede a Catania, già apprezzata in occasione dell’Info Day 2020 su Active Assisted Livingsvoltosi lo scorso 30 gennaio a Vienna.
Coinvolte nella fase di progettazione e sperimentazione, oltre al Comune di Catania, l’Università di Catania, grazie al coordinamento del professore Bruno Andò del Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica, l’Università di Malta e le aziende partner Salupo, C.T.A. Helios eParagon Europe, ma sono già altre tredici le realtà aziendali interessate ad acquisire i risultati di NATIFLife. Lo sviluppo di ‘soluzioni assistive’ ad alta tecnologia, in grado di determinare una riprogettazione del servizio pubblico e privato, è già in fase finale di test nelle due sedi sperimentali previste dal progetto ad Adrano, per la Sicilia, e sul territorio maltese. Le ‘tecnologie assistive’ (TA) adottate nei due centri pilota sono costituite di fatto da dispositivi, strumenti e software che consentono agli anziani e alle persone con limitazioni e disabilità di vivere una vita più sana, indipendente e dignitosa, facendoli sentire a proprio agio e incoraggiandoli ad avere una vita sociale più attiva.
Per fare un esempio concreto, già dal prossimo maggio un familiare o un infermiere potranno, attraverso una semplice applicazione, verificare battito, pressione o informazioni di parametri vitali inviati come notifica grazie a rilevatori domotici, telecamere termiche (dunque, non lesive della privacy) e sensori ambientali appostati negli ambienti adibiti, in grado, così, di verificare anche eventuali fughe di gas, eccessivi sbalzi di temperatura, qualità dell’aria, luminosità, ecc. Grazie al progetto NATIFLife, l’utilizzo delle TA potrà contribuire così a contenere i costi relativi alla sanità, ai servizi di supporto, alle cure di lungo termine e agli operatori assistenziali, ma non solo: oltre a generare nuove opportunità di lavoro, consentirà a ogni partner interessato di scambiare le migliori pratiche, agevolare le esigenze e la domanda di tecnologia e approfondire le ricerche attraverso una piattaforma integrata di ‘tecnologia assistiva’ cloud.