Il caos regna sovrano, le aziende partecipate e i loro medici fanno a scaricabarile e i lavoratori con problemi di salute sono doppiamente penalizzati. Dura denuncia del sindacato autonomo FIADEL, che in una nota inviata al presidente dell’Ordine dei Medici di Messina, Giacomo Caudo, al direttore generale dell’ASP5 Paolo La Paglia, al sindaco di Messina, Cateno De Luca, e ai vertici della Messina Social City pretende risposte immediate in merito alla competenza di chi deve rilasciare le certificazioni dello stato di fragilità previsto dall’articolo 26 del DPCM Cura Italia. “Sono numerose le richieste di congedo straordinario presentate dai dipendenti di enti pubblici e privati per il rilascio della certificazione che attesti uno stato di rischio per i lavoratori derivante da immunodepressioni, tumori o dalla necessità di effettuare terapie salvavita – scrive la dirigente sindacale Clara Crocè –. Purtroppo, ci è stato segnalato che alla Messina Social City e nelle altre partecipate del Comune di Messina si sta facendo a scaricabarile rispetto a chi ha la competenza per rilasciare questa attestazione. Chi ha problemi di salute non sa come giustificare l’assenza dal lavoro visto il caos burocratico creato dagli stessi medici”.
Un esempio per tutti è quello del medico del lavoro della Messina Social City che dirama mail sconcertanti ai lavoratori che hanno presentato la richiesta: “Vista la documentazione (rilasciata dal medico di famiglia o dallo specialista, ndr), comunicherò all’azienda che lei fa parte dei soggetti fragili come previsto dai vari DPCM. Le comunico, inoltre, che la mia comunicazione non ha un valore certificativo e, pertanto, come la sua assenza dal lavoro sarà gestita non è di mia competenza né allo stato attuale ho una soluzione da proporre”. E non è tutto, perché sempre lo stesso medico, dopo avere citato articoli, commi e codicilli vari, ribadisce che se il lavoratore possiede la documentazione rilasciata dall’INPS può richiedere al proprio medico di base o allo specialista ambulatoriale una certificazione valida fino al 30 aprile “che sarà equiparata a ricovero ospedaliero”. Ma i medici di famiglia si dichiarano incompetenti e per i lavoratori, penalizzati dalla malattia e senza alcun punto di riferimento, il calvario continua.
“Evidentemente – puntualizza Crocè –, nessuno di questi soggetti deputati a rilasciare la certificazione alla quale hanno diritto questi lavoratori conosce la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, che specifica che ‘le figure preposte a rilasciare la certificazione attestante la condizione di rischio sono i medici di base e quelli convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale’. Insomma – conclude la dirigente FIADEL –, le tutele per questi lavoratori ci sono, il vero problema è l’ignoranza di chi dovrebbe applicare le normative ma non si prende neanche il disturbo di andarsele a leggere. A questo punto, pretendiamo che l’Ordine dei Medici e l’ASP5 forniscano direttive ben precise per tutelare le persone con disabilità o malate, visto che sono sottoposte ad altissimo rischio di terapia intensiva se non della vita stessa in caso di contagio. Al sindaco e al presidente della MessinaSocialCity, chiediamo, invece, di attivarsi immediatamente per esentare dal lavoro i lavoratori con disabilità e fragilità”.