Il Rotary Club Stretto di Messina ha ripreso le attività e, sempre secondo le disposizioni anti-Covid, si è riunito per affrontare un argomento di carattere storico-culturale: ‘Le donne nella tragedia greca’. Dopo l’introduzione del prefetto, Vittorio Campolo, la presidente, Mary Guerrera, ha rivolto un affettuoso bentornato: “Spero sia la prima di una lunga serie di riunioni. Abbiamo bisogno di incontrarci, vederci e di calore. Trattiamo un tema attuale, anche se parte da lontano”. Relatore il prof. Daniele Macris, presentato dal past president, Thanos Liossis, figlio d’arte (il padre Aristide era docente di matematica) ha seguito la via classica e insegna latino e greco al Liceo Maurolico. “Un tema avvincente che ha impegnato a lungo la ricerca, la critica e l’analisi storica, antropologica e sociologica del mondo antico”, così, ha esordito il docente concentrandosi sulle protagoniste femminili. Figure in contrasto con la civiltà ellenica patriarcale, nella quale la donna non partecipava alle assemblee politiche o giurie popolari, la sua vita era riservata e le era destinata una parte della casa per evitare che potesse facilmente uscire o ricevere visite. Situazione diversa sulla scena teatrale, nella quale, pur interpretate da uomini, le donne avevano un ruolo ben più importante: chiari esempi sono Eschilo che, nelle Eumenidi, mette in primo piano Clitemestra, o Sofocle “considerato il tragico perfetto e che ha regalato – ha sottolineato il relatore – grandi personaggi femminili come Antigone, che ha osato, nel nome della religione e delle norme sacre, sfidare l’ordine costituito, Giocasta o Deianira”.
L’autore che, invece, ha avuto il rapporto più contraddittorio con la donna è stato Euripide: “Ha saputo scavare nell’animo femminile e descrivere fisionomie più durature: il caso è Medea, attualizzata da tutte le generazioni di scrittori di teatro”, ha aggiunto il prof. Macris, toccando un altro punto attuale. Con Medea, infatti, viene affrontato anche il rapporto con lo straniero che, nella società ateniese, non era ben visto: “La legislazione greca non era tenera e una notevole fetta di popolazione non era contenta di nuovi ingressi, attirati dall’operosità di Atene e dalle ricchezze”. Euripide, inoltre, ha dato spazio a tante altre figure femminili che, come Fedra, Alcesti, Macaria o Polissena, sono state disposte a sacrificare tutto: “I tragici greci, in maniera costante, scrutavano la psicologia delle donne che vivevano accanto a loro e, pur appartate nella vita reale, giganteggiavano sulla scena, dandogli, così, la vita nell’arte”, ha continuato il docente, sottolineando il contrasto tra quotidianità e teatro. Situazione diversa quella di oggi: “Non c’è più il mito che è stato sostituito dal logos, dalla ragione. Non ci sono i grandi poeti capaci di leggere nelle pieghe femminile”. Ci sono, però, grandi donne in ruoli di vertice e, infatti, la Grecia ha eletto la sua prima presidente della Repubblica, Ekaterini Sakellaropoulou: “Le donne hanno ottenuto il voto solo nel 1952, sei anni dopo rispetto all’Italia, ma – ha concluso il prof. Macris – ora, ha bruciato le tappe”.