Ho letto il libro di Carmine Manzi, Il Papa alla finestra, e l’ho letto tutto d’un fiato. Ho rivisto la dolce figura del grande papa asceso alla gloria degli altari per acclamazione – si può dire – del popolo raccolto in piazza San Pietro. Sono passati, difatti, ormai tanti anni dal giorno dei funerali e da quella voce del popolo che gridava: “Santo, Santo subito!”. È vero il motto latino vox populi vox Dei, perché “la voce del popolo è la voce di Dio”. Mi è apparso – dicevo – il volto del pontefice santo e tutta la sua storia simile a quella di Gesù: dagli Osanna al Getsemani, dalla Gloria al Calvario. Pagina dopo pagina, come un film si è snodata davanti agli occhi dell’anima la sua storia mistica ed evangelica, e si è stagliata, in modo semplice e immediato, la grandezza spirituale di questo papa venuto da lontano, tanto vicino a tutti noi, sino all’ultimo giorno e, ancora oggi maggiormente, poiché è nella Luce della Santità. Mi ha fatto riflettere e mi ha commosso fino alle lacrime. Ricordo ancora il suo stile inconfondibile a quel suo grido lacerante, imperioso, sgorgato dalla sua grande fede: “Aprite, spalancate le porte a Cristo!”. Ha percorso, davvero, la Via del Calvario ed è stata la Croce il suo sostegno e il suo bastone!
Non ha voluto scendere dalla Croce, era divorato da un’ansia, l’ansia del Buon Pastore, e debole, tremante, afflitto dalla malattia, trascinava il suo corpo e inondava di Luce il cammino. Ha seguito, come dice in una sua poesia parlando con il Capo invisibile della Chiesa: “Tu mi hai visto che ho seguito in questi giorni/ tutte le stazioni del tuo Calvario sino alla fine; Tu Padre dal cuore grande quanto il mondo/ ed io che dalla Voce della tua lunga sofferenza ho ricevuto nuova Luce d’amore per il mio canto”. Questo libro di Carmine Manzi è ispirato dalla Fede e dalla Poesia e induce ad andare oltre l’alienazione, la disperazione, la mancanza di pietà e la violenza che caratterizza il nostro tempo e a seguire, passo dopo passo, l’esempio luminoso di quel papa che è ancora alla finestra, in alto e ci benedice dalla casa del Padre come disse papa Benedetto XVI, allora cardinale, ai funerali che si svolgevano in Piazza San Pietro, in Roma.
di Alfonso Saya