Con l’inizio del triduo pasquale, si entra al cuore essenziale della fede Cristiana: la Passione, la Morte, e la Resurrezione di Gesù Cristo, per rivivere l’evento centrale della nostra redenzione. Il compimento del cuore massacrato e infinitamente desideroso dell’uomo è un avvenimento, costantemente, presente in tutto e per sempre: Gesù Cristo, ‘ECCE HOMO’, ecco l’indicazione inconsapevole di Pilato dell’avvenimento compiuto e salvifico per l’uomo, per me, per te, per tutti. Per molti oggi, Dio sembra chiuso in un silenzio ostinato. Non ci parla più. Si è forse dimenticato di noi, eppure la situazione in cui viviamo chiederebbe un suo intervento. Guardando ai Vangeli, c’è un particolare impressionante che merita un approfondimento. Tre evangelisti Matteo, Marco e Luca, concordemente, riferiscono che Gesù, prima di morire, gridò con tutte le sue forze.
Quel grido attraversa i secoli e giunge fino a noi… per scuoterci, per svegliarci, per richiamarci all’attenzione. In questo itinerario, ci accompagni la Vergine Santa che ha seguito in silenzio il figlio Gesù fino al Calvario, prendendo parte con grande pena al suo sacrificio, cooperando così al mistero della redenzione e divenendo Madre di tutti i credenti. Insieme a Lei entreremo nel Cenacolo, resteremo ai piedi della Croce, veglieremo accanto a Cristo morto attendendo con speranza l’alba del giorno radioso della Resurrezione. Cristo non mostra soltanto la dignità del dolore, Cristo lancia una vocazione al dolore, tenendo bene impresso che nel cuore del Crocifisso, tutto ciò che è “no” può diventare “sì” e dal tradimento può nascere l’amicizia, dal rinnegamento il perdono, dall’odio l’amore, dalla menzogna la verità. Questa è la forza di Gesù ‘nella’ e ‘dalla’ Croce.
di Giovanni Prestopino