Nel 28° Anniversario dell’uccisione del beato Giuseppe Puglisi, che ricade il 15 settembre, voglio ricordare la sua figura di Pastore, di testimone coraggioso del Vangelo, di instancabile e gioioso educatore, che nelle strade degli uomini cercava l’incontro e il dialogo. Pur operando in un territorio difficile e impervio, ha portato avanti la sua missione con tanto amore e generosità. Non ha avuto paura, non ha abbandonato il gregge. Con grande coerenza e impegno pastorale ha svolto il suo ruolo di educatore di giovani, di formatore delle coscienze nella verità e di evangelizzatore, un impegno rivolto nei confronti dei piccoli e dei giovani, creature predilette dal Signore. La sua gioia di essere sacerdote ne ha reso credibile e feconda l’azione, credo che il suo impegno di educatore alla legalità debba essere considerato da noi tutti come uno dei tratti più significativi della sua testimonianza sacerdotale. Un impegno portato avanti dal beato Giuseppe Puglisi con umiltà e silenzio, essendo alieno da ogni tentazione pubblicitaria e da ogni forma di protagonismo. È la memoria di un evangelizzatore autentico, persuaso che il primo compito del sacerdote è quello di portare ai poveri, agli ultimi, agli emarginati, il lieto annuncio della liberazione e della salvezza integrale dell’uomo, che è Gesù Cristo, unico redentore dell’uomo e unico Salvatore del mondo. Per l’occasione dell’anniversario del suo martirio, ho il piacere di fare leggere la mia lirica dal titolo ‘E se ognuno fa qualcosa…’ a tutti gli estimatori del beato Pino Puglisi, che continua a vivere tra le strade e la gente di Brancaccio e all’interno del Centro di Accoglienza Padre Nostro, uno dei luoghi propulsivi dei suoi insegnamenti.